Epatite C, la strada per l'eliminazione del virus passa dal combattere il sommerso
di Eva Perasso
1 min, 51 sec
28 luglio è la Giornata Mondiale delle Epatiti. Cure disponibili in Italia, di epatite si guarisce
Il 28 luglio è la Giornata mondiale delle epatiti. E le notizie sono buone: c’è la cura e si può guarire. Gli straordinari risultati della ricerca scientifica hanno prodotto terapie in grado di eradicare il virus dell’Epatite C in tempi rapidi e senza effetti collaterali. “Abbiamo curato tantissime persone. Ora dobbiamo porci l’obiettivo di curare l’intero paese – afferma il Prof. Massimo Galli, Presidente SIMIT (Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali) - Il percorso è sicuramente complicato, ma far emergere il sommerso e curare più persone possibile vuol dire ridurre in maniera sostanziale la circolazione del virus, fino a minimizzarne l’ulteriore diffusione. Virtualmente, cancellarlo dal Paese. Il risultato già ottenuto è rilevantissimo: 185mila persone, di cui il 97-98% è perfettamente guarito dal virus, sono già state curate. Siamo al secondo posto tra i Paesi industrializzati per numero di trattamenti eseguiti, dopo gli Stati Uniti”.
“La guarigione garantita dalle nuove terapie per l’HCV implica che il paziente torni sano: è uno dei pochi casi in medicina in cui si guarisce da una malattia cronica – evidenzia il Prof. Alessio Aghemo, membro del Comitato Coordinatore AISF (Associazione Italiana per lo Studio del fegato) – I pazienti presenti nei nostri centri sono stati trattati, ma resta una quota che non afferisce ai centri e non è seguita. Queste persone pur malate non possono accedere alla terapia: è su di loro che dobbiamo lavorare, aumentando il tasso di diagnosi e accelerando il percorso dalla diagnosi al trattamento”.
Per vincere l’Epatite C occorre far emergere il “sommerso”: bisogna innanzi a tutto fare in modo che le persone si interroghino sulla possibilità o meno di aver potuto incontrare il virus. Per l’emersione del sommerso è però necessario che si provveda alla chiamata attiva per anno di nascita delle persone sopra i 50 anni d’età. È inoltre necessario provvedere a interventi specifici in popolazioni chiave come i tossicodipendenti e i carcerati. Agli immigrati devono essere applicati gli stessi criteri d’accesso al test e alle cure riservati al resto ella popolazione.
La disponibilità in Italia di tre diversi trattamenti farmacologici ha consentito di scegliere ed utilizzare lo schema terapeutico più adatto a ciascun paziente. Ciò ha consentito il 3-4% in più di successi rispetto a paesi dove ai medici non è consentita la stessa possibilità di scegliere.
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