Evelina Christillin si racconta: "Genova, la mia città da sempre. Bello vederla sempre più internazionale"
di Matteo Angeli
"Ocean Race sarà un successo incredibile. Amo la Juventus, ma tifo Genoa: se mi chiamassero in società verrei volentieri"
La signora degli eventi, la donna che fa sempre centro. Evelina Christillin, una vita ai vertici di aziende e comitati, è presidente dello Steering Committee di “Genova The Grand Finale“, lo strumento nato per coordinare tutti gli eventi legati all'Ocean Race che si concluderà a Genova nel 2023.
Evelina non ci ha pensato due volte quando il sindaco Bucci le ha chiesto di prendere in mano tutto. "Ma io non so molto di vela gli ho risposto. Lui mi ha guardata e mi ha detto: lei sa fare bene il resto, alla vela ci penso io".
Christillin, che oggi è anche presidente del Museo Egizio di Torino, è stata ospite degli studi di Telenord dove ha raccontato come sta vivendo questa esperienza ma anche tanti aneddoti legati alla città e alla sua vita.
"Io sono legatissima a Genova, mia mamma era genovese - racconta - proprio questa mattina sono stata a Castelletto a trovare mia zia. Quando vengo qui torno a casa perchè ho i ricordi più belli della mia infanzia. E' una città che ho nel cuore e che vedo diventare sempre più bella e funzionale. Genova ha una storia pazzesca, ha qualcosa a livello di narrazione che poche possono vantare. E' una città che ha tutto, deve solo diventare più accessibile a chi viene da fuori".
Poi sull'Ocean Race cha arriverà nel capoluogo ligure tra un anno esatto. "Genova sarà al centro del mondo per tanti mesi, con la sua storia, il suo mare e le sue infinite attrazioni. Ocean Race porterà il suo brand ovunque e ci sarà un ritorno pazzesco nell'immediato ma anche nel futuro. Ci aspettiamo almeno 300.000 persone in quei giorni, ci saranno tanti eventi e per tutti la possibilità di vivere giorni davvero particolari".
Poi sulla sua passione per il calcio. "Sono cresciuta con la famiglia Agnelli, con Edoardo e Margherita perchè i genitori erano molto amici e abitavamo vicini. Non voglio essere arrogante ma per me era normale, andavo a giocare da degli amici e basta non sapwevo neppure chi fossero. Poi una volta confessai all'avvocato la mia passione per la Juventus e così mi portarono allo stadio, il mio esordio fù fortunato: vincemmo 5-0 e da lì non ho più smesso. La mia seconda squadra è il Genoa, ho sempre avuto un debole per questa società e ho sofferto molto per la retrocessione ma tornermo in A".
E se la nuova proprietà americana del Genoa la chiamasse per occuparsi magari di marketing accetterebbe? "Perchè no, direi di sì. Per prima cosa rimetterei a posto la stadio che è stupendo ma non moderno e ha delle criticità. Genova ha potenzialità enormi come la società, la prima in Italia non va dimenticato".
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