Federlogistica: "Porti strategici, ma serve un cambio di programmazione"
di Edoardo Cozza
Il presidente Merlo lancia l'appello al ministro Giovannini: "Ci sono tanti nodi da sciogliere, maggiore attenzione a una priorità del sistema Italia"
Nell'emergenza che si trova ad affrontare il sistema Paese, anche i primi segnali positivi che il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili fa emergere, hanno la loro importanza, ma non sono né sufficienti né efficienti se non assumono caratteristiche sistematiche e non sono frutto di un quadro definito di priorità.
Secondo Luigi Merlo, Presidente di Federlogistica-Conftrasporto, è apprezzabile l’individuazione di un primo numero di opere e la nomina dei rispettivi commissari, ma il male oscuro che affligge i porti, evidenziatisi in modo netto come nodo strategico per la competitività del Paese, non ha ancora alcuna terapia: i dragaggi indispensabili per fare entrare le navi nei porti restano al palo così come restano in vigore procedure tanto farraginose quanto impossibili, che negano ogni prospettiva di semplificazione e continuano a bloccare centinaia di opere medie e grandi negli scali marittimi italiani.
“Sogniamo un grande futuro – afferma Merlo – ma consentiamo a norme, procedure e burocrazia, di annientare il presente”. Ciò accade anche per quanto riguarda la Conferenza dei presidenti dei porti, convocata dopo anni e anni di attesa, ma dei temi che dovrebbero essere prioritari non c’è traccia: nessuna priorità è stata data, dopo ben 27 anni di attesa, al regolamento delle concessioni ex Art 18, e non è stata indetta la conferenza delle Associazioni di categoria e dei sindacati, che “potrebbero e hanno il diritto di dare un contributo determinante – precisa il Presidente di Federlogistica – a una pianificazione nazionale della portualità che continua a lamentare l’assenza di piani regolatori di sistema e che proprio su questi temi registra la proposta di Assoporti di fornire alle Autorità di Sistema Portuale mano libera per apportare varianti ai piani esistenti, perpetuando scelte e decisioni estemporanee, destinate a innescare distorsioni e concorrenze fra porti vicini, con costi elevatissimi per l’intero sistema nazionale”.
Secondo Federlogistica, le varianti devono rappresentare una rara eccezione e non certo un modus operandi che è antitetico rispetto a una seria pianificazione. “Lascia allibiti – conclude Merlo - che il Ministro abbia insediato commissioni, tra cui una sugli effetti dei cambiamenti climatici, composte da illustri accademici non affiancati da chi nei porti opera e lavora, ripetendo l’atavico errore di far proliferare proposte e interrogativi senza mai trovare risposte agli stessi”.
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