Femminicidio di San Biagio, Sebastiano Cannella resta in carcere. Il gip però esclude la premeditazione
di Marco Innocenti
"L'indagato fa uso evidente della violenza come modalità 'privilegiata' di rapporto con gli altri" ha scritto il giudice nella sua ordinanza
Sebastiano Cannella resta in carcere a Marassi. Questa la decisione del giudice per le indagini preliminari Alberto Lippini che ha emesso l'ordinanza di custodia cautelare ai danni del manovale di 58 anni che, nella serata di mercoledì scorso, ha strangolato a morte la moglie Marzia Bettino. L'uomo, al culmine dell'ennesima lite, ha afferrato la corda di uno stendibiancheria e l'ha stretta intorno al collo della donna, per poi lasciarla ormai senza vita sul pavimento della loro casa in via della Riviera, sulle alture di San Biagio, fra Bolzaneto e Pontedecimo in Valpolcevera.
Nella stessa ordinanza, però, il gip ha anche escluso la premeditazione del gesto da parte di Cannella, respingendo di fatto l'ipotesi avanzata dai carabinieri della compagnia di Sampierdarena, coordinati nell'indagine dal sostituto procuratore Federico Panichi. Cannella, secondo gli inquirenti, avrebbe utilizzato quella corda dopo aver creato un nodo scorsoio, al fine proprio di strangolare più in fretta la moglie, a dimostrazione di aver pianificato il suo gesto. Secondo il gip, invece, gli elementi attualmente rilevati non sarebbero sufficienti a confermare l'ipotesi della premeditazione. La corda, stando a quanto raccontato da Cannella nell'interrogatorio, sarebbe servita a legare "la manichetta dell'acqua per recuperarla in mezzo al giardino". Resta il fatto che lo stesso Cannella, che è difeso dagli avvocati Marco Piccardo e Roberto Ruggiero, è stato considerato dal gip come soggetto "molto pericoloso", ragion per cui non gli sono stati concessi gli arresti domiciliari.
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