Femminicidio in albergo, il marito in carcere: "Ho ucciso mia moglie e sono fuggito, volevo buttarmi in un dirupo con l'auto"
di Redazione
I due avevano deciso di togliersi la vita insieme, l'uomo ha sgozzato la donna ma, vegliato il corpo per una notte, si è dato alla fuga con idee confuse
Si chiarisce il quadro del femminicidio di Mattarana. Alfredo Zenucchi ha ammesso di aver ucciso a rasoiate la moglie Rossella Cominotti la sera del 7 dicembre, nella locanda dove la coppia di edicolanti, residente in un centro del Cremonese, era ospite da una settimana. L'uomo è stato trasferito nel carcere di Massa a disposizione dell'autorità giudiziaria.
L'uomo, 57 anni, era stato fermato a Licciana Nardi nella tarda mattinata di ieri, a un posto di blocco disposto dopo il ritrovamento del cadavere della Cominotti, 53 anni, da parte di una donna delle pulizie. Interrogato dal pm nel tardo pomeriggio, Zenucchi confermava di aver inferto lui le lesioni mortali alla moglie, di essere stato accanto a lei fino alla mattina successiva e di essersi allontanato dalla struttura ricettiva con l’intento di togliersi la vita, gettandosi in un dirupo con l'auto, ma di non aver avuto sufficiente coraggio per farlo. Il sopralluogo nella stanza della locanda aveva fatto emergere sin da subito una situazione di coppia particolare e la volontà da parte dei due coniugi di volersi togliersi la vita, ivi compresa una lettera, apparentemente scritta dalla donna e sottoscritta da entrambi che palesava i propositi suicidiari.
Della coppia al paese di origine, Cavatigozzi nel Cremonese, non si avevano più notizie da due settimane. Erano i titolari dell'edicola in centro a Bonemerse, davanti al palazzo comunale. Svaniti nel nulla, inseguiti dalle voci più disparate: la fuga volontaria per questioni economiche, quella più ricorrente. Un post su Facebook pubblicato dalla cugina della donna proprio tre giorni fa invitava chiunque avesse notizie della coppia a farsi avanti: "I telefoni - si legge nel post - non ricevono più chiamare e neanche whatsapp funziona. Siamo molto preoccupati. Aiutateci". Ora la scoperta del cadavere della donna e quindi il fermo e la confessione dell'uomo.
Nel corso del sopralluogo dei carabinieri nella stanza d'albergo dello Spezzino dove ieri è stata trovata morta Rossella Cominotti è emersa "sin da subito una situazione di coppia particolare e la volontà dei due coniugi di volersi togliere la vita". E' quanto si legge in una nota della Procura della Repubblica della Spezia, che fornisce alcuni dettagli sulla vicenda dei due coniugi di Cremona scomparsi da 12 giorni, che si è conclusa ieri con il fermo e la confessione del marito di Cominotti, Alfredo Zenucchi. In tarda serata di ieri, afferma la nota, si sono concluse le prime attività investigative coordinate dalla Procura della Repubblica della Spezia, affidate alla pm Elisa Loris e condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale della Spezia Spezia. La mattina dell'8 dicembre la titolare della struttura alberghiera, l'Antica Locanda Luigina di Carrodano (La Spezia) ha chiamato il 112 segnalando "di aver rinvenuto all'interno di una camera il corpo esanime di una donna". I carabinieri del Nucleo Investigativo giunti sul posto per i rilievi hanno constatato il decesso di Rossella Cominotti "per morte violenta: presentava una profonda ferita al collo e sui polsi provocati da un rasoio sporco di sangue rinvenuto sulla scena del crimine". Tra gli elementi che hanno fatto rilevare "la volontà da parte dei due coniugi di volersi togliersi la vita", la lettera "apparentemente scritta dalla donna e sottoscritta da entrambi che palesava i propositi suicidiari". Il medico legale intervento sul posto ha constatato "che la donna sarebbe deceduta a seguito di uno shock emorragico".
Il marito, dice ancora la nota, alle prime ore del mattino dopo aver consumato la colazione si è allontanato dall'albergo a bordo della sua auto, "una Citroen C3 di colore bianco con un' evidente ammaccatura nel paraurti posteriore il cui passaggio è stato immortalato da alcune telecamere presenti sul territorio", segnalando "un probabile allontanamento dalla provincia della Spezia verso quella confinante di Massa Carrara". "È stato proprio il coordinamento investigativo con l'arma territoriale di Pontremoli - spiega la Procura - che ha permesso di concentrare le ricerche dell'autovettura e del presunto autore del delitto in quella zona. Alle ore 13.30 nel comune di Licciana Nardi in località Terrarossa (Massa Carrara) personale NORM della Compagnia di Pontremoli coadiuvato da personale del dipendente Nucleo Investigativo bloccava l'autovettura". Zenucchi è stato quindi portato al Comando Provinciale della Spezia per l'interrogatorio, condotto dalla pm Loris e cominciato alle 17.40. Zenucchi era assistito dal difensore d'ufficio Alberto Rimmaudo del foro di Massa. Nel corso dell'interrogatorio Zenucchi "confermava di aver inferto lui le lesioni alla coniuge in data 6 dicembre, alle ore 20 circa, che ne avrebbero cagionato la morte alle successive ore 22.30 circa all'interno della camera della locanda, e di essere stato accanto a lei fino alla mattina dell'8 dicembre e di essersi allontanato dalla struttura ricettiva con l'intento di togliersi la vita ma di non aver avuto sufficiente coraggio per farlo". Zenucchi si trova ora in stato di fermo per via dei "palesi e gravi indizi di colpevolezza a suo carico" e "associato presso la Casa di Reclusione di Massa a disposizione dell'autorità giudiziaria".
Quando è stato fermato dai carabinieri Alfredo Zenucchi "si stava dirigendo verso Villafranca in Lunigiana per andare a suicidarsi, aveva individuato un rettilineo per prendere velocità e andare a schiantarsi con l'auto. L'intento suicida suo e della moglie era il motivo del viaggio in Liguria. Inizialmente avevano pensato di farlo con il gas di scarico dell'auto, poi avendo un incidente sempre in auto, alla fine hanno scelto di ferirsi a vicenda con un'arma da taglio: ci avevano già provato il 3 dicembre, senza riuscirci. Poi il 6 ci hanno riprovato: Zenucchi ha ferito mortalmente" Rossella Cominotti, poi ha cercato di togliersi la vita a sua volta, senza riuscirci. E quanto riferisce l'avvocato Alberto Rimmaudo, il difensore di Zenucchi, riportando quanto dichiarato dall'uomo, ora rinchiuso nel carcere di Massa in isolamento "per evitare che possa tentare di togliersi la vita" afferma il legale.
L'avvocato spiega che Zenucchi presenta delle ferite da taglio ai polsi - che si sarebbe fatto tentando il suicidio mercoledì sera - e due al collo: queste ultime gli sarebbero state fatte dalla moglie quando avevano tentato la prima volta di togliersi la vita il 3 dicembre. Nell'interrogatorio a cui l'uomo è stato sottoposto - durato quattro ore - Zenucchi è apparso "lucido", non avrebbe però spiegato i motivi del perchè la coppia voleva farla finita: "Nessun riscontro a motivi economici, l'edicola gestita dai due coniugi non andava bene ma non erano oppressi dai debiti, né a questioni sentimentali, di gelosia" dice l'avvocato.
"Il ritratto che emerge - spiega il legale - è di una coppia che viveva in modo molto appartato, come isolata e chiusa in se stessa. Quello che ha riferito è che erano partiti il 28 novembre per la Liguria con l'intento di farla finita e 700-800 euro", raggiungendo poi l'Antica Locanda Luigina a Mattarana nello Spezzino - dove la donna è stata uccisa da Zenucchi - dopo aver fatta tappa a Lerici e a Tellaro "in una sorta di ultimo viaggio insieme". Lunedì mattina a Massa è fissata l'udienza di convalida del fermo davanti al gip. Il giorno dopo a Spezia la procura affiderà l'incarico per l'autopsia.
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