Fino al 2020 il 75% delle gallerie della Liguria era fuorilegge
di Alessandro Bacci
Il risultato dell'indagine della procura di Genova, Aspi si è dotata di una nuova procedura di controllo
Fino al 2020 "il 75% dei tunnel liguri era fuorilegge". Così il pool di esperti nominati dalla procura di Genova nella nuova consulenza chiesta dai pm Walter Cotugno e Stefano Puppo, coordinati dal procuratore capo facente funzioni Francesco Pinto, nell'inchiesta sul crollo della galleria Bertè in A26 nel dicembre 2019. I tecnici già scrissero che la Bertè aveva "gravissimi ammaloramenti" in un contesto di "inadeguati monitoraggi" negli anni. Sono 21 gli indagati nell'inchiesta sulle gallerie, a vario titolo, per crollo colposo, falso, attentato alla sicurezza dei trasporti e inadempimento di contratti di pubbliche forniture.
L'indagine verrà chiusa in autunno. Il fascicolo sulle gallerie, in mano al primo gruppo della guardia di finanza, è stato riunito insieme a quello sulle barriere fonoassorbenti pericolose e a quello sui falsi report sui viadotti. In tutti e tre risultano iscritti, tra gli altri, l'ex ad Giovanni Castellucci e i due ex dirigenti Paolo Berti e Michele Donferri Mitelli. Erano stati i giudici del Riesame a sottolineare come "gli indagati hanno compiuto azioni e omissioni relative praticamente a tutti i tipi e gli oggetti di manutenzione e adeguamento nell'ambito della gestione delle autostrade". Nel corso delle indagini dopo il crollo del ponte Morandi, i tecnici di Spea avevano svelato che i controlli in galleria avvenivano in macchina ai 60 all'ora e al buio.
Subito dopo l'evento della Bertè, Aspi si è dotata, nel gennaio 2020, di una procedura di controllo. "Sulla base della stessa - ricorda Aspi - ha avviato un programma di ispezioni su tutta la rete nazionale rivedendo in modo critico tutte le ispezioni e pianificando un programma di esame approfondito delle gallerie per la definizione dei piani di ammodernamento". A maggio dello stesso anno, dopo un confronto, il Mims ha recepito a livello nazionale lo standard predisposto da Aspi ed elaborato sulla base delle tecniche francesi del Cetu. Il protocollo proposto a gennaio dalla concessionaria "era fino ad allora assente a livello di settore in Italia. Il piano generale di 'Assessment' Gallerie in corso - ricorda Aspi - ha visto l'avvio di un'ispezione di verifica straordinaria di tutte le gallerie affidata a specializzate società esterne mediante sopralluoghi visivi e indagini di approfondimento, finalizzata a valutare lo stato di consistenza dei rivestimenti delle gallerie e conseguentemente a definire gli eventuali relativi interventi di messa in sicurezza o prolungamento della vita utile dell'opera".
Il protocollo istituito e adottato dalla concessionaria negli ultimi due anni, prevede che ogni galleria soggetta alla verifica approfondita venga sottoposta ai necessari interventi di manutenzione sulla base dei rilievi esito delle ispezioni. I controlli approfonditi vengono effettuati anche con tecnologie avanzate per constatare lo stato e lo spessore dei materiali di costruzione della galleria insieme a quello del terreno che circonda l'opera. "A seguito dei controlli effettuati, le linee guida dettano la necessità di interventi di ammodernamento che consentiranno, una volta completati nell'arco di quinquennio, di avere una rete sul piano gallerie completamente riammodernata". Vista l'esperienza maturata, sono in corso valutazioni di un' evoluzione dell'approccio studiato al fine di ottimizzare gli interventi in corso e renderli quanto più compatibili "con le esigenze anche di ripresa del traffico".
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