Genova, tragico schianto in moto: la vittima stava andando dalla nonna
di Redazione
Simone Ruzzu aveva vent'anni. Si è schiantato in via Siffredi contro la base di un palo della luce. E' l'undicesima vittima del 2020
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Ancora un ragazzo che perde la vita a causa di un incidente stradale nelle vie di Genova.
E' successo in via Siffredi, la strada che collega Cornigliano a Sestri Ponente, per tanti la strada della morte, perchè da sempre fra le vie più pericolose di Genova.
La vittima, Simone Ruzzu, aveva solo vent'anni e faceva il carrozziere, si è schiantato a bordo della sua moto contro la base di quel che rimane di un palo della luce rimosso anni fa. Un ostacolo che forse gli è stato fatale. Il giovane è morto sul colpo: inutile ogni tentativo di rianimarlo.
Nello schianto contro il palo e la carambola sull'asfalto il giovane deve avere perso il casco: la moto, una potente Ducati, è carambolata ancora per alcune decine di metri.
Ruzzu abitava Bolzaneto e stava andando a trovare la nonna approfittando della pausa pranzo, aveva da sempre una grande passione per le moto come si vede nelle sua pagina di Fb che racchiude la sua storia, la storia di una ragazzo come tanti, spensierato, sorridente, con gli amici, felice insieme alla fidanzata, una ragazza di Chiavari che aveva appena postato tutto il suo amore per Simone. Una vita, quella del ventenne, che si è spezzata all'improvviso, troppo presto.
In via Siffredi subito dopo la notizia della tragedia sono accorsi familiari e amici, increduli per quanto accaduto, e che alle parole degli agenti della municipale hanno scosso la testa, choccati, distrutti dal dolore davanti a quel palo della luce che forse non sarebbe più dovuto essere lì, a bordo strada.
Sono stati gli agenti della sezione Infortunistica della polizia locale ad avviare le indagini e i rilievi per ricostruire l'esatta dinamica dell'incidente e verificare se il palo può avere contribuito ad aggravare gli effetti dell'incidente: fra le ipotesi della polizia locale quella che il giovane andasse a velocità molto sostenuta e non sia riuscito rallentare nell'affrontare una leggera curva. Al vaglio c'è anche la possibilità di un malore.
Gli agenti dell'Infortunistica quest'anno sono già intervenuti per undici incidenti mortali nonostante i tre mesi di lock down, un tragico ritmo quasi da record che fa finire sotto accusa le strategie di prevenzione della Sicurezza del Comune di Genova.
L'ultima tragedia pochi giorni fa, sabato scorso in di Donato Somma, a Nervi, dove ha perso la vita una ragazza di 18 anni di Milano che era a bordo di uno scooter condotto da un ventunenne risultato positivo agli stupefacenti.
Via Siffredi è da sempre fra le strade più pericolose della città: a gennaio lì era morto un altro motociclista, un ventisettenne originario del Kosovo.
Poco lontano, in via Merano, l'altro lunedì sera ha perso la vita un pensionato settantenne che in per cause ancora da chiarire a bordo del suo scooter si è schiantato contro un altro scooter proveniente da viale Villa Gavotti. L'uomo è morto sul colpo.
A fine maggio un altro scooterista di 53 anni era morto nella galleria Mameli di piazza Palermo, alla Foce: l'uomo era stato colpito in pieno dal conducente di un suv che, perso il controllo del veicolo, aveva poi invaso la corsia opposta.
Insomma, tanti morti sulle strade di Genova che si conferma una città molto, troppo, pericolosa.
L'assessore alla Sicurezza e alla Polizia Locale del comune di Genova Stefano Garassino sta puntando ad incrementare il numero delle telecamere: ma forse per dissuadere i motociclisti a correre troppo servirebbe altro, servirebbero più controlli mirati, con più posti di blocco e l'installazione di tutor sulle strade più pericolose. Come via Siffredi, la strada killer del ponente.
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