Genova, Comunali, Piciocchi a Telenord: "Concretezza e credibilità faranno la differenza"

di Matteo Cantile

4 min, 34 sec

"Chi nella vita ha ricevuto deve dare e deve restituire. Quindi credo che sto facendo la cosa giusta e sono contento. Mi impegnerò molto"

Ospite di Telenord, il sindaco reggente Pietro Piciocchi, candidato sindaco del centrodestra alle prossime Comunali, rispondendo alle domande del direttore Matteo Cantile affronta i temi della stretta attualità politica.

Designazione - "Che cosa ho provato al momento della designazione a candidato sindaco? Una sensazione di responsabilità, perché io mi accosto a questo impegno con la voglia di fare bene per questa città, guardando ai giovani di questa città e mi sono sentito in coscienza in dovere di accettare questa proposta. Dopo sette anni e mezzo di mandato avrei anche potuto dire basta, tornare alla mia professione, una vita anche un po' più tranquilla. Però credo che questo non sarebbe stato giusto, perché, come dico sempre ai miei figli, chi nella vita ha ricevuto deve dare e deve restituire. Quindi credo che sto facendo la cosa giusta e sono contento. Mi impegnerò molto".

Nonno a 47 anni e famiglia - "La mia famiglia mi dà una forza incredibile. L'accettazione di questa candidatura è anche il frutto dei miei figli, perché io guardo ai figli. Io penso al futuro dei miei figli, ho i giovani in casa, mi portano il punto di vista dei giovani. Talvolta mi criticano, mi esortano, e questa per me è un'energia stupenda. Mia moglie mi sostiene naturalmente. Indubbiamente questa situazione impone dei sacrifici, lo sappiamo benissimo, ma anche questa nuova vita che abbiamo avuto il dono di ricevere nella nostra famiglia mi dà una forza straordinaria. E voglio veramente impegnarmi per il bene di questa città".

Ponte Morandi - "Torno a quell'esperienza perché mi ha segnato. È stato un contributo fondamentale nel mio percorso di maturazione. Ho iniziato nel 2017 con deleghe molto tecniche, era un lavoro molto d'ufficio. Avevamo tantissimi problemi che richiedevano una presenza quotidiana nella risoluzione di questioni complesse. Quell'esperienza mi ha tirato fuori dall'ufficio e mi ha messo in contatto con le persone. Ricordo molto bene quelle lunghe giornate al ponte di ferro di Certosa, quante belle conoscenze e amicizie che sono nate, assolutamente bipartisan, e che continuano oggi. Dall'ascolto di quelle persone abbiamo tratto spunto per fare cose bellissime. La demolizione della diga di Begato, ad esempio, è nata da quell'esperienza. Se non avessi avuto quella, probabilmente non avrei avuto lo slancio per affrontarla".

Demolizione diga Begato - "Quelli sono stati momenti fondamentali nella mia vita. È stata forse la cosa più bella che insieme ai miei collaboratori abbiamo fatto in questi anni. All'inizio era difficilissimo parlare con quelle persone perché tutti si lamentavano, ma la casa è la casa. Quindi quando tu dici a una signora che vive lì da trent'anni, "guarda che adesso cambiamo," chiaramente ci sono esitazioni, molti non ci credevano. Però è stato fatto un lavoro fianco a fianco, la soddisfazione più bella per me è la consegna della prima casa a una persona di Begato trasferita a Quarto. La gioia di quella persona anziana non me la dimenticherò mai".

Scelte dall'alto - "Io non credo che le scelte siano state calate dall'alto, anche perché molte delle nostre scelte erano oggetto di un programma elettorale. Non abbiamo fatto altro che attuarle. Forse abbiamo peccato nella comunicazione. La città aveva bisogno di accelerare. Venivamo da una situazione di declino e paralisi completa. Forse spingere sull'acceleratore ha urtato la sensibilità di qualcuno. Forse siamo mancati nel lavoro di accompagnamento, ad esempio nel tema della conflittualità tra la città, il porto, e le grandi infrastrutture che sono indispensabili per lo sviluppo del porto. Dobbiamo far capire bene alla gente che cosa significa il porto per questa città".

Opere pubbliche - "Noi dobbiamo lavorare sulla cultura. Le opere pubbliche non sono fatte per il potente di turno o per la speculazione. Le opere pubbliche attuano i diritti fondamentali delle persone: pensiamo alla mobilità, alle grandi infrastrutture, alla casa, alle rigenerazioni urbane, agli ospedali, come il Galliera. Non è vero che c'è una contrapposizione tra speculazione privata e interesse pubblico. Dobbiamo essere bravi in questo. Abbiamo già esperienze di opere che sono state profondamente modificate nel colloquio e nel dialogo con i comitati. Io ho dato grandissima disponibilità, e sono contento quando ci sono i comitati, perché esprimono voglia di partecipazione".

Salis e la 'candidatura civica' - "Io credo di avere le caratteristiche per parlare a tutti. Ho un approccio pragmatico, che non significa mancare di valori. Penso di essere conosciuto come una persona con valori molto forti, e cerco di tradurre questi valori nella quotidianità. Voglio aprire a tutti coloro che amano questa città e vogliono aiutarla a progredire. Per me le braccia sono aperte a tutti. Non ho ancora avuto modo di conoscere personalmente Silvia Salis, se non per un incontro fugace, ma spero che cambierà idea riguardo al confronto".

Gestione ordinaria e campagna elettorale - "Il mio primo impegno è il governo della città. La campagna elettorale è importante, ma il mio lavoro attuale è la priorità. Non sarà facile portare avanti entrambe le cose. Però vedere questa città mi dà una forza incredibile. Ogni giorno scopro cose nuove che mi aiutano a fare bene il mio lavoro e anche la campagna elettorale".

Salis, "Vinceremo al primo turno" - "Lasciamolo credere. È chiaro che ognuno ha le proprie convinzioni, ma io credo che alla fine saranno la concretezza e la credibilità delle persone a fare la differenza".

Per restare sempre aggiornati sulle principali notizie sulla Liguria seguiteci anche su Whatsapp, su Instagramsu Youtube e su Facebook.