Genova, depositi chimici. L'opposizione si rivolge al Consiglio Superiore dei Lavori
di Redazione
"Vogliamo sapere quando vi riunirete per decidere. Siamo convinti che sia arrivato il momento di mettere in atto la transizione ecologica"
I gruppi consiliari di minoranza del comune di Genova e le associazioni ambientaliste cittadine hanno scritto una lettera al Consiglio superiore dei lavori.“
"La decisione adottata da Autorità di Sistema Portuale del Mare Ligure Occidentale nel Comitato di gestione del 15 e del 30 dicembre 2021, di trasferire i depositi chimici da Multedo a Ponte Somalia, senza alcuna preventiva pianificazione e al di fuori di ogni forma di dibattito pubblico, e in contrasto con gli studi tecnici commissionati dall’AdSP, è pericolosa e nociva per la salute dei cittadini di Sampierdarena e di tutti gli altri quartieri. Risulta inoltre incompatibile con le attuali attività commerciali e logistiche portuali. Il trasferimento prevede poi l’utilizzo di 30 milioni di euro di risorse pubbliche stanziate nell’ambito del Programma Straordinario di investimenti urgenti per la ripresa e lo sviluppo del porto, portando al raddoppio del volume dei depositi e alla triplicazione dell’area occupata, che risulta contigua al tessuto urbano di Sampierdarena e rientra nella zona d’influenza del vincolo del cono aereo a tutela del rischio aeroportuale”.
E poi ancora: “Questa decisione appare illegittima sotto il profilo procedurale e di merito. Il Comitato di Gestione di AdSP del Mare Ligure Occidentale, infatti: Non ha ricercato, preliminarmente, una soluzione alternativa alla localizzazione dei depositi chimici a ponte Somalia, la più lontana possibile dagli abitati e la meno interferente con le attività portuali già esistenti, verificando una loro destinazione provvisoria sulla piattaforma della nuova diga, sulla quale insediare anche altre attività a rischio non compatibili con il tessuto urbano (con opportuno e non procrastinabile approfondimento di studio del nuovo piano regolatore in progetto da parte dell’AdSP), garantendo sicurezza e accessibilità funzionale via terra e via mare, in linea con la transizione ecologica; ha adottato improvvidamente lo strumento dell’ATF (Adeguamento Tecnico Funzionale), del tutto inadeguato in presenza di cambiamento strutturale della destinazione d’uso, che avrebbe imposto una variante del PRP e l’applicazione della VAS, nonché una vera e propria VIA al progetto di ricollocazione dell'industria petrolchimica a Ponte Somalia, progetto in contrasto con le norme ambientali; ha deliberato in totale violazione, sia della vigente ordinanza che vieta l’ormeggio e la movimentazione in porto delle navi cisterne petrolifere e petrolchimiche, sia delle norme del piano portuale di sicurezza, nonché delle direttive europee in materia ambientale e di distanza dagli abitati; e ha votato con una maggioranza risicata di 3 a 2, con astensioni autorevoli e con il voto determinante del componente nominato dal Comune di Savona, il quale risulta peraltro in un potenziale conflitto di interessi per i ruoli di rappresentanza ricoperti in società legate allo stesso gruppo industriale dell’attuale concessionario di Ponte Somalia”.
“I cittadini di Genova, sostenuti dall’azione unitaria del Municipio Centro Ovest, hanno protestato pacificamente nelle strade, nelle piazze e davanti alla sede comunale, sia contro il pluriennale permanere di stabilimenti insalubri a rischio incidenti rilevanti, sia contro il nuovo pericolo di dover convivere anche con i depositi chimici a ponte Somalia, con il rischio di creare un’altra Multedo che ha provocato inquinamento e incidenti mortali. Chiediamo – concludono - di conoscere quando si riunirà il Consiglio superiore dei lavori per dare la propria valutazione sull'ATF del piano del porto di Genova, invitandolo a tenere conto delle motivazioni e dei principi scientifici di sostenibilità esposto”.
E infine: “Siamo convinti – continuano - che sia arrivato il momento di mettere in atto la transizione ecologica, non disgiunta da una pianificazione urbanistica e portuale basata su un approccio olistico, incominciando a eliminare la disuguaglianza e incompatibilità ambientale della commistione tra insediamenti inquinanti, pericolosi, impattanti e spazio urbano e portuale”.
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