Genova, dopo 26 anni cala il silenzio sulla Città della Musica
di Matteo Angeli
Carlo Opisso: "La mia vita non sarà più la stessa, ma era giusto così. Ora sogno che qualcuno la faccia rivivere"
"In 26 anni ho lavorato e mi sono divertito con migliaia di ragazzi. Ma ora è il momento di fermarmi". Carlo Opisso ha lo sguardo triste mentre osserva la sua creazione per la prima volta silente. Già perchè la Città della Musica di Genova da oggi non esiste più. Niente più batterie, volumi altissimi e chitarre acustiche come niente più andirivieni di giovani innamorati di suoni, melodie e note.
Staglieno, zona delle Gavette. Qualche curva e si arriva in questo edificio che in zona tutti conoscono perchè da sempre meta di ragazzi di ogni età. Carlo ne ha visti tanti: "Tantissimi - ci racconta - qui sono passate migliaia e migliaia di band. Era un posto particolare dove si poteva anche seguire lezioni e imparare non solo fare pratica. E poi qui si stava tranquilli a parlare, discutere di qualunque cosa: insomma un punto di riferimento per tanti giovani".
Carlo Opisso ha deciso di cambiare vita. "Ad un certo punto mi sono accorto che non andavo a casa prima di mezzanotte da troppi anni - racconta - non ho più l'età per continuare così. Ora sto vendendo qualcosa ma il mio sogno è che qualcuno rilevi tutto e faccia vivere la nostra Città perchè c'è ancora tanto bisogno di posti come questo".
Ma come sta la musica genovese? "Indubbiamente il trap ha preso molto negli ultimi tempi e per fare trap basta un computer e una stanza non serve le sale come le nostre. Ma devo dire che dopo il successo dei Manneskin molti ragazzi hanno ripreso a fare musica, sono contento".
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