Genova, falsi dazi per importare merce cinese: una denuncia, sequestrati 200 mila euro
di Alessandro Bacci
L'impresa ligure ha potuto usufruire dell'applicazione di un dazio del 6%, anziché di quello al 63,5%
Indicavano una falsa provenienza estera della merce importata per evadere il fisco. Il trucco, messo in piedi da una società ligure, è stato scoperta dalla guardia di finanza di Genova coordinata dalla procura europea. I militari hanno sequestrato, in via preventiva, oltre 200 mila euro. Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Genova, hanno fatto luce sulle diverse fasi di una frode doganale realizzata dall'impresa per aggirare l'applicazione dei dazi antidumping, stabiliti dall'Unione Europea per contrastare le pratiche commerciali sleali da parte di imprese estere che, introducendo nel mercato europeo prodotti a un prezzo molto inferiore rispetto a quello di mercato, causano gravi distorsioni nella concorrenza e impediscono alle imprese comunitarie di rimanere competitive.
Secondo quanto appurato, la società importava in Italia elettrodi di tungsteno che, sebbene prodotti e imballati in Cina, venivano trasferiti presso aziende thailandesi compiacenti, le quali, in cambio di una commissione, si occupavano di predisporre tutta la documentazione necessaria per attestarne la falsa origine thailandese, curandone poi il successivo invio in Italia. In questa maniera l'impresa italiana ha potuto usufruire dell'applicazione di un dazio del 6%, anziché di quello al 63,5% garantendosi così un risparmio fiscale di oltre 200 mila euro. Il titolare della società importatrice è stato denunciato per contrabbando aggravato e falso ideologico.
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