Genova, il MEI rende omaggio a Papa Francesco: un video dedicato alle sue radici italiane e storia della famiglia

di Anna Li Vigni

2 min, 44 sec

La clip sarà proiettata da mercoledì 23 a sabato 26 aprile, giorno delle esequie, nella Sala Mostre Multimediali del museo: tra i simboli più significativi c’è il cedolino originale della Banca d’Italia consegnato al Papa

Genova, il MEI rende omaggio a Papa Francesco: un video dedicato alle sue radici italiane e storia della famiglia

Il Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana (MEI) ricorda con profonda commozione Papa Francesco, scomparso lunedì, con un omaggio speciale intitolato: “Francesco, un papa figlio di emigranti”, proiettato da oggi e fino a sabato 26 aprile, giorno delle esequie, nella Sala Mostre Multimediali del museo.

Un gesto di riconoscenza e affetto verso il Santo Padre, che nel corso del suo pontificato non ha mai dimenticato le proprie origini italiane e l’esperienza di figlio di emigranti, testimoniando fino all’ultimo il valore dell’accoglienza, della dignità e della fraternità tra i popoli.

“Papa Francesco è stato sempre fiero delle sue origini italiane” – ricorda Paolo Masini, Presidente della Fondazione MEI. “Un’eredità che ha segnato molti aspetti del suo pontificato, lasciando un’orma indelebile di cui tutti noi dobbiamo avere cura. Con questo piccolo tributo, vogliamo ricordare la sua storia e il suo messaggio universale”.

La clip con la voce narrante di Massimo Wertmuller è stata realizzata in collaborazione con il MUDEM Museo della Moneta della Banca d’Italia. Protagonista Jorge Mario Bergoglio, nato nel 1936 a Buenos Aires, figlio di Mario Bergoglio e Regina Maria Sivori, emigrati dall’Italia all’Argentina. I nonni paterni, Giovanni Bergoglio e Rosa Vasallo, vivevano a Bricco Marmorito di Portacomaro Stazione, in provincia di Asti, dove tentarono prima la via dell’agricoltura e poi quella del commercio, senza successo. Le difficili condizioni economiche, unite alle prospettive offerte dai parenti già emigrati, spinsero la famiglia a partire.

Il 1° febbraio 1929 si imbarcarono a Genova sul piroscafo Giulio Cesare, diretti a Buenos Aires. Una scelta coraggiosa che ha segnato il destino della famiglia e che ha contribuito a plasmare la sensibilità e il pensiero di Papa Francesco, profondamente attento ai temi della migrazione, delle periferie e dell’incontro tra i popoli.

Tra i simboli più significativi di questa storia c’è il cedolino originale della Banca d’Italiarelativo a Mario Bergoglio, padre del Santo Padre, che lavorò presso la filiale di Asti a partire dal 1926. In quel documento - oggi conservato presso l’Archivio storico della Banca d’Italia - Mario viene descritto come «un giovane dotato di intelligenza, capace, assiduo e galantissimo». Nonostante l’impegno e le qualità riconosciute, il suo stipendio era modesto: 300 lire mensili, poi aumentate a 350 lire nel 1928.

 

Il MEI nei mesi scorsi ha fatto pervenire il documento a Papa Francesco, come gesto simbolico di memoria e di restituzione di un frammento importante della sua storia familiare.

Un gesto che non solo ha fatto commuovere il Santo Padre ma che l’ha portato a commentare il ruolo rigoroso della nonna anche rispetto all’educazione di suo padre. Un atto che ha rappresentato per il museo, e per il Santo Padre stesso, un momento di grande emozione: consegnare quel piccolo pezzo di carta, così carico di storia e significato, è stato gesto di riconoscenza verso una vicenda familiare che rappresenta la storia di tanti italiani.

Una storia protagonista del PCTO realizzato da Banca d’Italia e MEI con gli studenti della scuola di Olivos, in Argentina.

Il video può essere visionato e scaricato a questo link

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