Genova, interrogato l'arciere killer: "Non sono razzista: mi hanno provocato, ho perso la testa"
di Edoardo Cozza
Evaristo Scalco ha ucciso con una freccia Javier Romero Miranda dopo un alterco nel centro storico: "Quando mi sono reso conto ho provato a soccorrerlo, non volevo uccidere"
"Li volevo solo intimidire, non volevo uccidere. Ho perso la testa, sono stato provocato". È quanto ha detto nel corso dell'interrogatorio davanti al gip Evaristo Scalco, l'artigiano e maestro d'ascia di 63 anni che la notte tra martedì e mercoledì ha ucciso con arco e freccia l'operaio Javier Miranda Romero di 41 anni nel centro storico di Genova. Il giudice Matteo Buffoni ha convalidato l'arresto e disposto la custodia in carcere.
Scalco, difeso dall'avvocato Fabio Fossati, ha parlato per un'ora e mezza rispondendo alle domande. "Non sono un razzista. Anzi a chi lo è spiego sempre che gli immigrati scappano dalle guerre e dalla miseria. Li ho visti urinare davanti al cancelleto e li ho rimproverati. È nata una discussione. Non mi ricordo di avere detto quella frase sugli immigrati". Scalco, secondo il suo legale, è una persona affranta, non abituato alla violenza. "Quando ho capito quanto successo sono sceso e ho provato a soccorrerlo. Sono tornato a casa per prendere degli asciugamani. Quella sera ero stanco, avevo la musica accesa ma non era alta visto l'ora".
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