Genova, licenziamenti Ericsson, Mascia: “Urge chiarezza sul piano esuberi, modalità inaccettabili”

di Carlotta Nicoletti

Una lavoratrice: "Dal 16 di febbraio siamo tutti distanziati"

Si è tenuto a Palazzo Tursi l’incontro tra le sigle sindacali, una rappresentanza dei lavoratori e l’assessore al Lavoro del Comune di Genova, Mario Mascia. Al centro della discussione, la procedura di licenziamento collettivo che ha colpito otto dipendenti di Ericsson, tutti tra i 50 e i 60 anni, impiegati nel reparto supply chain.

Licenziamenti – Una decisione contestata  Secondo i sindacati, il taglio è stato giustificato con la digitalizzazione del reparto, ma i lavoratori coinvolti non svolgevano mansioni legate a questo processo. Inoltre, parallelamente ai licenziamenti, l’azienda avrebbe assunto personale estero con jobstage e stipendi più alti, alimentando dubbi sulle reali motivazioni della decisione.

Erosione del personale – Da 900 a 350 dipendenti  Il sito di Genova ha subito negli anni un forte ridimensionamento: dai 900 lavoratori del 2012 ai 350 attuali. Una contrazione significativa, nonostante i finanziamenti pubblici ricevuti da Ericsson – per decine di milioni di euro – da MIUR, MISE e Regione Liguria.

Mascia – “Modalità inaccettabili”  L’assessore Mascia ha definito “inaccettabili” le modalità con cui sono avvenuti i licenziamenti: “I lavoratori hanno riferito di affiancamenti con personale estero, demansionamenti, esclusioni dalle riunioni e perfino di essere stati accompagnati alla porta dalla sicurezza senza poter salutare i colleghi.”

Prospettive – Rischio nuovi esuberi nel 2025  Oltre ai lavoratori già licenziati, alcuni dei quali hanno accettato un incentivo alla buonuscita mentre altri impugneranno il licenziamento, il timore è che nel 2025 si prevedano nuovi tagli. “Ho già convocato i responsabili romani di Ericsson – ha annunciato Mascia – perché serve chiarezza sul piano esuberi.”

La voce dei lavoratori - "Siamo 8 persone che comunque stavano lavorando e la procedura parlava di una digitalizzazione, la causa, una delle cause, però diciamo che la digitalizzazione non è stata ancora implementata, quindi è un progetto che è partito ma non è ancora implementato, quindi ci siamo ritrovati con tempistiche brevi, siamo tutte persone con più di 25 anni di esperienza lavorativa, quindi competenze varie in vari reparti e quindi speravamo una ricollocazione, un'azienda grande, quindi possibilità di essere in diversi reparti" dice una dei dipendenti licenziati, Debora Rosaldo. "Nulla, è successo tutto il 16 di dicembre, l'annuncio della procedura e poi mobilità nell'ultima settimana di febbraio e dal 16 di febbraio siamo tutti distanziati", ha aggiunto.

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