Genova, mostra fotografica a Palazzo Grillo sulla guerra in Vietnam: i segni del conflitto sul territorio
di Carlotta Nicoletti
Immagini forti che fanno riflettere sulle conseguenze dei conflitti
La guerra è un tema sempre attuale, nel mondo i conflitti ci sono sempre e lo testimoniano le vicende in Israele e Palestina e anche in Ucraina. Un artista ha voluto portare questo tema a Genova a Palazzo Grillo, dove ha esposto le fotografie fatte da lui durante il suo viaggio in Vietnam dove è andato proprio per questo reportage, mosso dal desiderio di scoprire i segni che la famosa guerra ha lasciato sul territorio. L'obiettivo è spingere alla riflessione di ciò che una guerra comporta anche dopo che è finita, come lui stesso ha detto: "Una guerra non finisce nel momento in cui la bomba viene lanciata, le conseguenze e i segni rimangono per anni".
Non sono solo fotografia quelle che si possono vedere in questa mostra che riporta alla memoria scenari difficili, l'artista ha fatto dei collage e ha sovrapposto immagini reali della guerra, reperti trovati negli archivi americani, a immagini prese da film del cinema per spingere a riflettere sul fatto che non riusciamo a riconoscere spesso la differenza tra le immagini forti che vediamo, ma questa c'è ed è anche molta.
Le immagini del Vietnam, la memoria del Vietnam, il ricordo del Vietnam è palme, napalm e feriti. A partire dalla guerra americana in Vietnam in un escalation che trova il suo punto culminante nel presente, a fotografia della guerra diventa spettacolo. L'autore ha creato un'iconografia forte della realtà della morte. Il cinema super la realtà con la sua aura di malinconia e la sua narrazione non lineare nel creare un legame emotivo con la devastazione. Perciò non ha importanza se l'immagine che fissiamo nella memoria sia finzione oppure no. Il nostro ricordo di una guerra che non abbiamo vissuto oggi è il riflesso dello spettacolo che ha suscitato.
Attraverso fotografie in bianco e nero, collage di immagini d’epoca e foto recenti, materiali di archivio, l’artista ritrova, a cinquant’anni dalla fine del conflitto armato le tracce ancora presenti, intrecciando passato e presente, scoprendo una guerra che si ripresenta ancora oggi nella memoria e nel territorio. Alcuni scatti mostrano, infatti, i segni dell’ecocidio ancora oggi presenti nel paesaggio vietnamita, mentre altri propongono ritratti che danno voce alle testimonianze delle vittime del conflitto.
“Ho iniziato questa ricerca ponendomi tre domande: quanto resta di una guerra su un territorio? Qual è la nostra percezione della guerra? È possibile distinguere tra ciò che ci è stato trasmesso di un conflitto nell’immaginario collettivo e ciò che, invece, è realmente accaduto? Per rispondere, mi sono recato in Vietnam, paese protagonista di una guerra che, per durata, intensità e mediatizzazione ha profondamente plasmato l’immaginario visuale occidentale del secondo dopoguerra e luogo in cui la memoria storica e collettiva dei conflitti è ancora molto forte” – spiega l’artista.
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