Genova, presentato a Palazzo Tursi il progetto contro la violenza sulle donne: Vera per l'accoglienza in urgenza
di Carlotta Nicoletti
Partirà il 27 novembre e durerà sei mesi, con un finanziamento di 70.000 euro
Offrire una prima ospitalità, con il supporto di operatrici adeguatamente formate, per uscire da un legame violento e iniziare un percorso per la vita in autonomia per la propria vita e quella dei propri figli. È l’obiettivo del progetto sperimentale V.E.R.A- Violenza, Emergenza, Rischio e Accoglienza delle Politiche sociali del Comune di Genova, presentato oggi a Palazzo Tursi, e che partirà lunedì 27. Il progetto, della durata di sei mesi, con un finanziamento di 70.000 euro di quota servizi Fondo Povertà, è realizzato in collaborazione con il Cerchio delle Relazioni e il centro Per Non Subire Violenza, gestori delle case rifugio e centri antiviolenza, accreditati da Regione Liguria.
«Il progetto Vera si inserisce nell’ambito di un quadro di riferimento delle politiche rivolte al contrasto della violenza di genere, fortemente voluto dall’Amministrazione, che rappresenta un modello innovativo a livello nazionale. In questi anni è stato rilevato dai servizi sociali del Comune di Genova e dagli enti accreditati delle case rifugio e dei centri anti violenza – ha spiegato l’assessore alle Politiche sociali Lorenza Rosso - l’incremento di segnalazioni da parte di vittime di violenza, un fatto che, se da un lato può essere visto come un fatto positivo perché indica la consapevolezza crescente da parte delle donne di poter uscire da relazioni violente, ci richiama anche a un sempre maggiore impegno nella messa in campo di azioni di contrasto e prevenzione. Purtroppo, lo abbiamo visto negli ultimi giorni con la tragedia che ha scosso l’Italia, e non solo, che ha visto vittima la giovane Giulia, ma lo vedono ogni giorno i nostri operatori e operatrici che ricevono chiamate di aiuto. La nostra amministrazione ritiene fondamentale inserire come priorità tra gli interventi di Pronto intervento sociale un Servizio sperimentale per porre fine materialmente alla violenza sulla donna e sui suoi figli, attraverso l’accoglienza in urgenza in un luogo protetto e il sostegno tempestivo di operatori dedicati, per consentire un percorso di uscita e di liberazione dalla relazione violenta. L’accoglienza delle donne e dei figli nel momento dell’allontanamento da casa è fondamentale per supportare psicologicamente la persona nella scelta compiuta ed evitare ripensamenti e rientri al domicilio con il concreto rischio dell’insorgere di ritorsioni e nuovi atteggiamenti violenti. Il progetto Vera, seppur in modalità sperimentale, risponde alle esigenze emerse nel confronto istituzionale nell’ambito del Tavolo di Coordinamento sul Protocollo regionale in materia di violenza di genere».
«Questa progettualità – dichiara Francesco Cozzi, ex Procuratore Capo del Tribunale di Genova - consente di supportare la donna e i suoi bambini anche fornendo tutta l’assistenza necessaria al fine che lei possa decidere in maniera protetta assieme ai professionisti il percorso maggiormente appropriato senza il rischio di prendere soluzioni avventate o precipitose o addirittura dei ripensamenti dettati dal senso di solitudine o abbandono. Per questo ritengo molto positivo l’avvio di questo progetto sperimentale». «Genova è una città dove si evidenziano numerosi casi e la progettualità avviata dal Comune di attivazione di un pronto soccorso socioeducativo emergenziale risulta un’iniziativa fondamentale per le donne, per la rete dei pronto soccorso ed in generale per tutta la città» spiega Paolo Cremonesi, direttore delle Struttura complessa di emergenza dell'ospedale Galliera Paolo Cremonesi.
Il servizio Vera offre a tutte le donne, con o senza figli, vittime di maltrattamenti e di violenza di genere, una prima ospitalità per un periodo variabile in base alla specificità delle diverse situazioni: da un minimo di 5 giorno a un massimo di un mese, con un supporto alla donna da parte di un’equipe di educatrici che garantiscono beni di prima necessità alla donna e ai propri figli, dai pannolini al cibo, mediazione culturale, linguistica e colloqui di accoglienza per l’accompagnamento verso i centri antiviolenza per affrontare un percorso personalizzato di uscita dalla violenza e l’eventuale inserimento nelle case rifugio, destinate alle donne vittime di violenza o altra idonea soluzione abitativa. Ad attivare il servizio, che ha una durata sperimentale di sei mesi, saranno gli Ambiti Territoriali Sociali, il Pronto Intervento Sociale dell’Ufficio Cittadini Senza Territorio e il servizio di emergenza sociale del Comune di Genova, raccogliendo le segnalazioni dalle Forze dell’ordine e dai Pronto Soccorso. Le operatrici del servizio risponderanno alla segnalazione attivandosi tempestivamente presso la struttura individuata per l’accoglienza, per conoscere le donne, ed eventualmente i figli, e rispondere alle prime necessità.
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