Genova, processo Morandi: in aula il "fantasma", un indagato dato per morto per errore che sceglie di non rispondere
di Redazione
"Sono molto stupito" ha detto il professionista 83enne lasciando Palazzo di Giustizia dopo la breve partecipazione all'udienza
"Sono molto stupito". Lo ha detto ai cronisti uscendo dal Tribunale di Genova Agostino Rusca, l'ex direttore delle manutenzioni del primo tronco di Autostrade che è stato indagato per il crollo del ponte Morandi solo qualche settimana fa. Rusca, 83 anni, non era stato all'epoca indagato perché per errore era stato ritenuto morto. Quando la Procura lo ha visto citato come teste a difesa dagli imputati Alessandro Natali e Ugo Sartini, che lo hanno preceduto e seguito in quell'incarico, lo ha iscritto nel registro degli indagati in un procedimento separato. Per questa ragione Rusca, chiamato oggi non più come testimone ma come indagato in procedimento connesso, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Rusca non è l'unico nuovo indagato per il crollo del viadotto Polcevera oltre ai 58 imputati che sono da oltre un anno a processo. Oltre a lui c'è Fabrizio Noto, il consulente esterno che si occupò dei calcoli del progetto di retrofitting (i lavori di rinforzo delle pile 9 e 10). Noto era stato tirato nel processo da uno degli imputati, l'ingegnere Emanuele De Angelis che nel corso del suo lungo interrogatorio, aveva spiegato che i calcoli che lui aveva usato per redigere il progetto di rinforzo erano stati fatti dal collega.
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