Genova, Renzi si oppone all'archiviazione dell'inchiesta sui magistrati di Firenze
di Redazione
La richiesta è giunta al procuratore aggiunto Ranieri Miniati. L'ipotesi di reato per il procuratore Creazzo, dell'aggiunto Turco e del pm Nastasi è abuso d'ufficio
Il senatore Matteo Renzi ha fatto opposizione alla richiesta di archiviazione della procura di Genova dell'inchiesta per abusi d'ufficio a carico del procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo, dell'aggiunto Luca Turco e del pm Antonino Nastasi.
L'opposizione è arrivata nelle scorse ore sulla scrivania del procuratore aggiunto Vittorio Ranieri Miniati che ha trasmesso al gip per la fissazione dell'udienza.
Renzi aveva denunciato i tre magistrati che, nell'inchiesta sulla Fondazione Open, hanno chiesto il rinvio a giudizio per lui e altri protagonisti del cosiddetto 'giglio magico'. Secondo il senatore i pm avrebbero violato la Costituzione perché hanno allegato agli atti le chat di imprenditori con il fondatore di Italia Viva. Intercettando gli imprenditori, secondo Renzi, si sarebbe aggirato il dettato costituzionale per arrivare a intercettarlo.
Per il procuratore Francesco Pinto e l'aggiunto Ranieri Miniati, che avevano chiesto l'archiviazione, i colleghi toscani "non hanno commesso alcun abuso di ufficio nell'acquisizione di documenti sui contributi alla fondazione Open in quanto gli stessi sono stati acquisiti in modo indiretto senza che fosse necessaria l'autorizzazione del Senato".
I magistrati genovesi avevano rilevato come, rispetto alle comunicazioni intercorse con la banca, uno dei punti sottolineati dall'esposto di Renzi, si trattasse di "acquisizioni documentali che riproducevano estratti dalla memoria informatica dell'istituto bancario e che non rientravano quindi nella nozione di corrispondenza per cui potevano essere oggetto di sequestro senza la previa autorizzazione della Camera di appartenenza".
Per quanto riguarda le chat di WhatsApp con Marco Carrai e Vincenzo Manes, la procura di Genova aveva sottolineato come il leader di Italia Viva non ha "lamentato di essere stato perquisito o comunque attinto da atti diretti di sequestro per cui deve ritenersi che le comunicazioni siano state captate in maniera indiretta e cioè tramite altre persone".
Per i pm genovesi resta il problema dell'utilizzabilità di questi documenti nei confronti di Renzi: questione che dovrà invece essere affrontata dai giudici di Firenze in sede processuale.
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