Genova, senzatetto morto, l'assessore Rosso: "Una sconfitta per tutti, bisogna togliere queste persone dalla strada"
di Redazione
"Andare incontro ai senza dimora che non vogliono entrare nelle strutture, per salvare loro la vita"
"È un grande dolore sapere che a Genova sia morta una persona per strada. Una sconfitta nonostante il grande lavoro fatto in questi mesi e un monito a fare ancora molto, insieme ai preziosissimi volontari e agli enti del terzo settore, perché episodi così gravi non accadano mai più. I posti letto ci sono, il Piano Inverno tecnicamente funziona ma è necessario implementare l'educativa territoriale per andare incontro ai senza dimora che non vogliono entrare nelle strutture, togliendoli dalla strada per salvare loro la vita". Lo ha detto l'assessore comunale alle Politiche sociali Lorenza Rosso commentando la morte per ipotermia di un uomo senza casa avvenuta la notte tra il 4 e il 5 dicembre.
"Il Piano Inverno, elaborato insieme alla rete degli enti del Terzo Settore - spiega la Rosso - prevede che, oltre ai 197 posti di accoglienza attivi tutto l'anno, si aggiungano dal 1° dicembre fino al 31 marzo fino a ulteriori 80 posti a disposizione grazie anche alla collaborazione di enti non appartenenti alla rete. I posti disponibili sono oltre 100 rispetto allo scorso anno e siamo pronti ad attivare altri nei vari Municipi in caso di calo ulteriore delle temperature. Abbiamo anche una rete di educativa territoriale per intercettare chi non accetta, durante l'anno, le proposte di accoglienza in dormitorio: bisogna sicuramente rafforzare la rete di educativa di strada e supportarla. Nel periodo invernale le basse temperature portano talvolta queste persone, grazie anche alle relazioni instaurate dagli operatori di strada, ad accettare l'accoglienza temporanea".
"Purtroppo nel caso Diallo Seydou non ha funzionato, visto che, nonostante i volontari lo avessero a più riprese invitato a passare la notte in dormitorio, non si è riusciti a dargli un ricovero perché irreperibile. È evidente quindi che qualcosa non ha funzionato se, pur avendo un sistema con un'offerta adeguata di posti residenziali, una persona sia rimasta in strada dove ha perso la vita. Convocheremo gli enti del terzo settore che aderiscono al patto - conclude la Rosso - per capire insieme cosa si può e si deve fare di più per raggiungere chi vive accanto a noi".
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