Genova, tanti suicidi tra minori: al Gaslini da 1 a 12 casi all'anno
di Gaia Cifone
Serafini: "Stiamo vivendo una situazione di disastro. A livello regionale l'aumento delle patologie psichiatriche nella fascia d'età 14-18 anni è del 37%"
"Stiamo vivendo una situazione di disastro completo. A livello regionale l'aumento delle patologie psichiatriche nella fascia d'età 14-18 anni è del 37% e parliamo di ragazzi che vengono ricoverati in un reparto di servizi per adulti". A lanciare l'allarme è Gianluca Serafini, direttore della clinica psichiatrica dell'ospedale S. Martino. "In passato al massimo nei reparti mi capitava di avere uno o due ragazzi al mese in questa fascia d'età - spiega Serafini- adesso ci ritroviamo con una media di 7/8, un incremento esponenziale. E stiamo notando una precocità nell'insorgenza dei disturbi (autolesionismo, disturbi alimentati, casi di incomunicabilità)". Covid, lockdown e essere sempre connessi hanno fatto da detonatore, spiega Serafini. "Viviamo nell'illusione di non essere mai soli perché siamo sempre collegat -spiega- ma in realtà ci si ritrova soli perché viene a mancare quel senso reale di vicinanza delle persone". Basterebbe un dato per comprendere il problema: nel mondo nella fascia d'età 15-29 anni il suicidio è la seconda causa di morte. Una situazione che comprende anche i giovanissimi, gli under 14 come conferma il professor Lino Nobili, primario di neuropsichiatria infantile dell'Ospedale Gaslini "Il malessere giovanile, i comportamenti suicidi e di autolesionismo erano già aumentati prima del Covid ma ora sono esplosi. Al Gaslini nel 2019 avevamo avuto un solo caso di tentato suicidio, nel 2022 sono diventati 12. E parliamo della nostra esperienza come Gaslini dunque di ragazzi under 14". Un fenomeno in crescita come dimostrano gli ultimi episodi di tentati suicidi a scuola. "Purtroppo non sappiamo molto del malessere che sta colpendo i ragazzi e non è sempre così evidente capire certi malesseri. Confesso che sono preoccupato per quello che succederà a quelli ancora più giovani". Sotto accusa spesso la dipendenza dai social: "manca il contatto umano e si ispirano a modelli che aumentano la fragilità. Crescere con la dipendenza da immagini, con il continuo "swipe up" rende il cervello dal punto di vista dell'appagamento più fragile e così ci troviamo di fronte a persone meno pronte a gestire situazioni che richiedono impegno".
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