Genova, trovato morto dopo una settimana: solo, ma sempre con i suoi libri
di Giorgia Fabiocchi
Giovanni Maria Varese viveva al terzo piano della palazzina 70 in via Mermi ed era seguito dai servizi sociali. Tutti gli appartamenti sono case popolari
È una storia di solitudine e di crisi economica quella di Giovanni Maria Varese, l'uomo di 67 anni trovato senza vita nel suo appartamento di via Mermi, nel quartiere genovese di Sant'Eusebio. Giovanni era un uomo solo, i vicini di casa raccontano che aveva una sorella, anche se non ne conoscevano le sembianze e i rapporti che intercorrevano tra i due fratelli. La sua vita trascorreva tra casa e volontariato, Giovanni infatti collaborava con il 'laboratorio di quartiere', un centro di ritrovo-biblioteca presente a Sant'Eusebio. Chi lo conosce lo ricorda come una brava persona, taciturna, di poche parole, ma molto attenta al prossimo e che negli ultimi anni aveva fatto del volontariato la sua passione e la sua missione.
"Mi ricordo che ogni volta che lo incontravo portava con sè, sotto al braccio, un libro - racconta ai microfoni di Telenord il vicino di pianerottolo di Giovanni -, anche se non ho mai capito di quale manuale si trattasse". Era un appassionato di libri, se li divorava, anche se raccontava sempre che oramai non li legge più nessuno i libri. "Tutti scrivono ma nessuno legge", le parole della bibliotecaria Anna, con cui Giovanni collaborava.
Giovanni Maria Varese viveva al terzo piano della palazzina 70 in via Mermi ed era seguito dai servizi sociali. Tutti gli appartamenti, ci spiega la signora Anna, che vive al secondo piano e che ha lanciato l'allarme, sono case popolari. Giovanni fino ad una decina di anni fa risiedeva in via Caffaro, in pieno centro a Genova, e gestiva una biblioteca in via Garibaldi. Una vita agiata, appassionata, che negli anni si è però trasformata in solitudine e declino economico. "Non conosciamo bene i particolari della sua vita - spiegano i vicini di casa di Giovanni - ma sappiamo che nell'ultimo periodo era seguito dai servizi sociali". Proprio i servizi sociali hanno lanciato l'allarme lunedì, dopo essere stati allertati dalla vicina di casa e dalla bibliotecaria.
La morte di Giovanni insegna come la solitudine spesso diventi un male inguaribile, capace di strapparti alla vita senza che nessuno possa accorgersene, possa, come in questo caso, lanciare l'allarme. E non basta neanche una citofonata, un biglietto sulla porta da parte dei vicini, ad attirare l'attenzione. Giovanni si è spento tra un silenzio assordante, solo, ma immagiamo, sempre accompagnato dai suoi inseparabili libri.
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