Genova Unita presenta la candidatura di Raffaella Gualco, tra libertà civica, infrastrutture e disagio giovanile
di Matteo Cantile
In corsa per Tursi con una lista di docenti, professionisti e volontari, la candidata rivendica autonomia dai partiti e attenzione ai temi sociali

L’avvocata Raffaella Gualco è la candidata sindaca di Genova Unita, lista civica formata da docenti, professionisti, insegnanti e persone radicate nel tessuto sociale cittadino. “È una candidatura importante perché libera – afferma – siamo una rete di cittadini che vuole offrire un’alternativa di competenza”. Gualco, avvocata, si definisce estranea a ogni forma di appartenenza politica: “Sono laureata con 110 e lode, parlo perfettamente inglese e francese, e sono sempre stata indipendente”.
Contesto locale – La candidata denuncia un sistema di potere “consociativo e opaco”, che a suo dire domina Genova e rende indistinguibile la provenienza politica delle decisioni. “È un sistema elitario che soffoca la vitalità della città”, sostiene. Rivendica il proprio impegno contro i crolli infrastrutturali già prima del disastro del ponte Morandi e ricorda la sua attuale presidenza dell’Associazione Nazionale Dislessia.
Costituzione e impegno civile – “L’articolo 54 della Costituzione dice che chi si occupa della cosa pubblica deve farlo con disciplina e onore – afferma – ma chi ci governa è davvero migliore di noi?” Per Gualco, a Genova il dibattito politico è “sterile e disinformato” e la proposta di Genova Unita mira a ridare senso al confronto pubblico. Si ispira al modello di Giuliano Pisapia, ex sindaco di Milano: “Fu capace di aprire tavoli di dialogo con i cittadini, vogliamo fare lo stesso”.
Opere pubbliche – La lista chiede maggiori verifiche su progetti infrastrutturali come lo Skymetro e il tram. “Sono stati valutati correttamente? Gli studi di impatto sono realmente solidi?” domanda Gualco. Solleva anche il tema della meritocrazia: “Spesso chi valuta è arrivato al suo posto senza meriti e gli errori si ripetono nelle decisioni successive”.
Criticità sociali – Tra le priorità del programma, ancora in fase di sviluppo, c’è l’edilizia scolastica e il disagio giovanile. “Costruiamo e facciamo, ma non pensiamo mai alle scuole. Il 30% degli accessi in psichiatria riguarda under 30: è un dato che parla da solo”.
Donne e politica – Riguardo a Silvia Salis, candidata sostenuta dal centrosinistra, Gualco chiarisce: “Non la critico come donna, anzi mi piace. Ma non mi convince il sistema che la sostiene”. Sul proprio percorso aggiunge: “Ho sempre affrontato cause impossibili, e anche se vincere le elezioni è difficile, questo può essere un inizio. Serve coraggio”.
Città in fuga – L’allarme è anche culturale ed economico: “I nostri figli tornano tristi dopo esperienze all’estero. Genova non offre stimoli e continua così se ne andranno tutti”.
Filippo Biolè – Sulla rinuncia di Filippo Biolè, inizialmente annunciato come candidato per Genova Unita, Gualco spiega: “C’è stato un passaggio di testimone. Lo stimo, è un amico. Ci ha dato dei putiniani? Sono fraintendimenti, succede. Non ho voglia di litigare, spero che in futuro possa esserci”.
Strategia elettorale – Per ragioni di tempo, la lista si presenterà solo a livello comunale, senza candidati nei municipi. In caso di ballottaggio, nessuna indicazione a priori: “Valuteremo i programmi, faremo tavoli di confronto e decideremo pragmaticamente”.
Intervento di Massardo – Alla presentazione ha preso la parola anche il professor Aristide Massardo: “Ora sono più sereno, le mie vicende personali si sono risolte. Il vero problema è l’astensione, che tocca il 50%. Le persone sono disamorate e lontane dalla politica. La nostra indipendenza può essere un segnale forte”.
Tasse e competenza – Massardo ha posto l’accento sulla necessità di una gestione più trasparente delle risorse pubbliche: “Pago molte tasse e voglio sapere come vengono spese. Abbiamo la Tari più alta d’Italia. Servono dirigenti capaci. Io non ho bisogno di un posto di lavoro, voglio solo dare il mio contributo”.
Cittadinanza attiva – Secondo il professore, Genova non ha avuto una visione strategica negli ultimi anni. “Noi siamo il seme che può catalizzare le tante competenze che esistono in questa città, anche nel mondo del volontariato. Ho conosciuto persone straordinarie”.
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