Gigi Ghirotti, Henriquet: "Contrari all'eutanasia, mai fermati in pandemia"
di Alessandro Bacci
Il professore: "Siamo per cercare di rendere significativa la vita fino all'ultimo tratto". L'aspetto emotivo? "Si interviene con l'ascolto"
Tra le realtà più apprezzate e conosciute a Genova c'è la Gigi Ghirotti, l'associazione che si occupa di assistenza socio-sanitaria di persone che necessitano di cure palliative: a domicilio e in due hospice. Nel 2002 l’Associazione aprì il primo Hospice in Liguria, allestendo allo scopo un piano dell’ex Ospedale Carolina Pastorino a Bolzaneto. Nel 2010 ha inaugurato il secondo Hospice e si sta ancora battendo per l’apertura di un terzo Hospice nel ponente genovese, dove l’esigenza di una struttura di questo tipo è particolarmente sentita. Anche in pandemia il lavoro dell'associazione non si è mai fermato: “Adesso siamo sempre in attività, la pandemia ci ha un pochino penalizzato per tanti motivi - spiega il professore Franco Henriquet - Siamo sempre stati vicini ai nostri malati anche se non era possibile andare in presenza fisica ma non li abbiamo mai abbandonati. La difficoltà iniziali sono state quelle di procurarsi id ispositivi di protezione, c'era veramente penuria di dispositivi e c'era stata una vicenda triste come l'aumento dei prezzi. Abbiamo speso un mare di soldi, i primi mesi sono stati impegnativi e onerosi. Adesso ci siamo assestati, c'è una ripresa delle visite domiciliari e dell'assistenza. Nel lockdown potevamo raggiungere i pazienti ma le famiglie avevano paura e a volte erano restie ad avere le visite.”
Ma come si fornisce supporto emotivo a questi malati? “Si interviene con l'ascolto. È importante ascoltare e capire quali sono le preoccupazioni e le attese. Spesso i malati perdono la speranza della guarigione ma non perdono le speranze minori che potrebbero sembrare poco importanti. Ad esempio poter aver sempre un controllo del dolore, una persona accanto, la speranza di non essere abbandonati e di poter arrivare magari alle nozze di un figlio. Il non essere abbandonati è la richiesta più comune dei malati, soprattutto nell'ultimo percorso della vita.”
Negli ultimi mesi si parla spesso di eutanasia: “Siamo contrari all'eutanasia, perchè siamo per cercare di rendere significativa la vita fino all'ultimo tratto. Ovviamente ci sono situazioni in cui il dolore è molto intenso e non controllabile con i farmaci, soprattutto quando è un dolore esistenziale di una persona che ha perso ogni speranza. In queste situazione occorre far conto su medicine che possono sedare la persona, è sempre un provvedimento che serve a lenire il dolore ma non è mai un provvedimento che interrompe la vita.
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