Gilberto Govi cinquantanove anni dopo, Genova onora il genio che trasformò il dialetto in arte universale
di M.C.
Il 28 aprile 1966 moriva l’attore che rese il dialetto genovese linguaggio universale di ironia e umanità in palcoscenico e in televisione

Il 28 aprile 1966 Gilberto Govi si spegneva a Genova, la sua città natale, lasciando un'impronta indelebile nella storia del teatro italiano e della cultura ligure. A cinquantanove anni dalla morte, il suo genio artistico continua a essere celebrato come simbolo di un'identità capace di travalicare confini linguistici e generazionali.
Origini familiari – Nato nel quartiere Oregina-Lagaccio di Genova il 22 ottobre 1885, Gilberto Govi crebbe in una famiglia dalle radici mantovane e bolognesi. Fin da giovane mostrò talento per il disegno e il teatro, iscrivendosi all’Accademia Ligustica di Belle Arti e recitando in compagnie filodrammatiche, dove perfezionò le basi della sua futura carriera.
Inizi teatrali – Dopo aver lavorato come disegnatore alle Officine Elettriche Genovesi, Govi fondò con alcuni amici la compagnia "La dialettale", debuttando con commedie in lingua genovese. L'incontro con Virgilio Talli lo incoraggiò a proseguire su questa strada, ponendo le basi del teatro dialettale genovese moderno.
Successo nazionale – Nel 1923 il debutto a Milano con "I manezzi pe majâ na figgia" segnò l’inizio del successo su scala nazionale. Abbandonata definitivamente la carriera di disegnatore, Govi dedicò la sua vita alla scena, costruendo un repertorio grazie alla collaborazione con autori come Bacigalupo, Canesi e Orengo, rielaborando personalmente i testi in lingua genovese.
Tournée e popolarità – Nel 1926 portò il suo teatro in America Latina, incontrando comunità italiane desiderose di ritrovare nella lingua e nei gesti la memoria della terra d'origine. Continuò a recitare senza interruzioni anche durante la Seconda guerra mondiale, nonostante i danni subiti dalla sua abitazione genovese.
Esperienze cinematografiche – Tra il 1942 e il 1959 Govi partecipò a quattro film, tra cui "Colpi di timone" e "Il diavolo in convento". Tuttavia, il cinema non lo appassionò quanto il teatro, a causa della distanza che avvertiva rispetto al contatto diretto con il pubblico.
Affermazione televisiva – Negli anni Cinquanta, grazie alla Rai, molte delle sue commedie vennero trasmesse in televisione, garantendogli una notorietà ancora più ampia. Purtroppo, molte registrazioni furono distrutte, ma alcuni spettacoli vennero salvati e oggi rappresentano una preziosa testimonianza del suo stile recitativo.
Ultimi anni e morte – Dopo l'ultima stagione teatrale nel 1960 con "Il porto di casa mia", Govi si ritirò dalle scene. Colpito da una malattia, continuò a presenziare a eventi pubblici fino alla morte, avvenuta il 28 aprile 1966. I funerali si svolsero nella chiesa di Santa Zita e la sepoltura avvenne al cimitero monumentale di Staglieno.
Eredità artistica – Oggi il ricordo di Govi è vivo nei giardini, scuole e teatri che portano il suo nome. Una ricca collezione di suoi oggetti personali e copioni è conservata al Civico museo biblioteca dell’attore di Genova, testimonianza della vitalità di un artista che ha saputo trasformare il dialetto in patrimonio nazionale.
Per restare sempre aggiornati sulle principali notizie sulla Liguria seguiteci anche su Whatsapp, su Instagram, su Youtube e su Facebook.
Condividi:
Altre notizie

World Press Photo 2025: la grande fotografia internazionale arriva per la prima volta a Genova
27/04/2025
di Anna Li Vigni

Al TIQU di Genova si celebra il Jazz: Big Borgo Band e Dabstep Jazz Band in concerto
27/04/2025
di Anna Li Vigni

Giubileo delle Bande: stasera le filarmoniche genovesi in concerto al Carlo Felice
27/04/2025
di Anna Li Vigni


Drupi incanta Albenga: musica, ricordi e solidarietà al Teatro Ambra
27/04/2025
di Anna Li Vigni