Il porto di Ancona prova a cambiare volto: l'autorità portuale propone di realizzare una penisola nell'area commerciale
di Lorenzo Aluigi
“Lavoriamo ad un’opera strategica per il porto di Ancona, un nuovo terminal per un scalo moderno, attuale, funzionale ai presenti e futuri sviluppi del mercato"
Una proposta di trasformazione per una visione contemporanea e del futuro del porto di Ancona. E’ stata presentata dal Presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale, Vincenzo Garofalo, al Vice Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Edoardo Rixi, nella visita istituzionale al Polo intermodale delle Marche, oggi dedicata allo scalo dorico dopo il sopralluogo all’Aeroporto e all’Interporto. Incontro che si è svolto nella sede Adsp alla presenza del Presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, dell’Amministratore delegato di Mercitalia Logistic, Gianpiero Strisciuglio, del Presidente di Interporto Marche, Massimo Stronati, dell’Amministratore delegato dell’Aeroporto internazionale di Ancona, Alexander D’Orsogna, delle autorità civili e militari e di tutto il cluster portuale.
La proposta dell’Autorità di sistema portuale è di realizzare una penisola nel porto commerciale, tra le banchine dedicate a questi traffici e la diga foranea. La penisola e lo specchio acqueo antistante saranno destinati ad accogliere il traffico traghetti Ro–Ro e Ro–Pax, sia in risposta alla crescente domanda di accosti che connota questa tipologia di traffico nel porto di Ancona, sia per garantirne il progressivo allontanamento dal porto storico. Il valore aggiunto del progetto è di avere sei nuovi accosti per le Autostrade del Mare, dotati di adeguata lunghezza di banchina e dimensioni di piazzale, raccordati alla viabilità stradale e alla rete ferroviaria e realizzati in un contesto di sviluppo sostenibile delle infrastrutture, parte del Polo intermodale delle Marche.
Il completamento del sistema delle opere esterne di difesa a mare della penisola garantirà un’adeguata protezione dal moto ondoso rispetto ai bacini interni e l’adeguamento dei moli e delle banchine del porto storico per l’accosto di unità navali, più compatibili con il contesto urbano. Fra i vantaggi della costruzione della penisola, che traduce gli obiettivi di sviluppo indicati del Documento di pianificazione strategica di sistema in fase di completamento, ci saranno la riorganizzazione fisica e funzionale delle zone retrostanti, così da consentire lo sviluppo della cantieristica e del diporto nautico, con un impatto positivo anche sulle attività di dragaggio già previste dall’Adsp.
“Lavoriamo ad un’opera strategica per il porto di Ancona, un nuovo terminal per un scalo moderno, attuale, funzionale ai presenti e futuri sviluppi del mercato e dei traffici marittimi internazionali che lo caratterizzano, con le infrastrutture necessarie ad essere sempre più competitivo – ha affermato il Presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale, Vincenzo Garofalo -, un porto che cerca di sfruttare ancora di più le opportunità offerte dalla sua posizione baricentrica nel mare Adriatico, scalo di riferimento delle Autostrade del mare, della rete centrale Ten-T e dei corridoi europei Scandinavo-Mediterraneo e Baltico-Adriatico”.
Il porto dorico, ha aggiunto il Presidente Garofalo, “ha necessità di aumentare le sue superfici operative, piazzali e banchine, e lo può fare dal mare, partendo da un’idea del 2005 che vogliamo riprendere e rilanciare in maniera ancor più innovativa e in linea con uno sviluppo caratterizzato dalla sostenibilità ambientale, fattore fondamentale per migliorare il rapporto fra la città e il porto”.
"In questi giorni ho visitato l’aeroporto di Falconara, l’interporto di Jesi e il porto di Ancona. C’è un modello logistico da potenziare e in parte da ricostruire per cui il Governo mette a disposizione i propri tecnici, le proprie risorse e le proprie società come Mercitalia, Ferrovie italiane e Anas – ha dichiarato il Vice Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Edoardo Rixi -. Le priorità sono l’ultimo miglio, il collegamento alla rete ferroviaria e alla rete stradale del porto di Ancona, riuscendo a bypassare il centro abitato, ma anche il potenziamento del sedime portuale con un nuovo piano regolatore che possa consentire nuovi spazi per un utilizzo maggiore dello scalo che ha un grande potenziale da gestire sulle autostrade del mare e sui cambi geopolitici nelle aree dei Balcani e nell’est Europa che porteranno nuovo traffico sulla sponda orientale del Paese”.
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