Il sindaco di Genova Bucci visita il Senato spagnolo: incontro con 70 imprenditori locali
di Redazione
Visita al Senato spagnolo del sindaco di Genova Marco Bucci e della delegazione del Comune di Genova con i consiglierei delegati Barbara Grosso e Davide Falteri, accolti dal primo vice presidente del Senato Maria Cristina Narbona Ruiz.
La visita istituzionale, organizzata dall'ambasciatore di Genova nel mondo Aldo Olcese Santonja, ha avuto il suo momento culminante nella cerimonia relativa al Ritratto del Doge Federico De Franchi (pittore genovese del XVI secolo, olio su tela, 1623 circa), doge della Repubblica aristocratica ligure nel biennio 1623-1625. Conservato nella sala d'attesa del presidente del Senato spagnolo, il ritratto è stato a lungo nell'anonimato per poi essere riconosciuto di recente dalla storica dell'arte Anna Orlando, nel Doge Federico De Franchi dopo un confronto con quello di un dipinto di una collezione privata genovese, dove lo stesso doge è raffigurato a mezzo busto.
"La storia di Genova è legata a doppio filo a quella della Spagna, in particolare dal 1528, quando Andrea Doria strinse con Carlo V d’Asburgo un vero e proprio gentlemen’s agreement, costituendo la città ligure - ha detto nel suo intervento in Senato il sindaco Bucci - Ma non furono solo i rapporti diplomatici, politici ed economici a tessere una fitta rete di relazioni tra queste straordinarie culture del Mediterraneo: l’arte, la musica, la comune passione per la cultura furono i campi degli scambi e dei dialoghi durati secoli. Basti pensare alla “nascita” del più straordinario pittore barocco del mondo: il Sivigliano Diego Velazquez. Nel 1629 al giovane Diego venne consentito il primo viaggio studio in Italia grazie all’intercessione di Pietro Paolo Rubens, innamorato di Genova e che aveva da poco pubblicato (nel 1622) il grande libro dedicato ai palazzi della Superba (oggi patrimonio UNESCO). Velazquez si imbarcò su una galea per Genova, su cui trovò il condottiero Ambrogio Spinola del proprio Velasquez realizzò poi il ritratto. Non si trattava, però, solo di guerrieri e pittori: infinite sono, infatti, le opere in marmo e legno che nel porto di Genova si imbarcavano alla volta delle città spagnole. Tante relazioni strettissime che hanno determinato e determinano una visione sinergica culturale di Genova e della Spagna. Non è un caso, credo, che sia proprio una espressione in lingua spagnola a definire quello che per Genova fu, nei secoli, forse il momento di maggiore splendore per potenza e dignità, a cavallo tra Cinque e Seicento: El Siglo de los Genoveses. Il secolo dei genovesi. E, sarebbe giusto aggiungere, degli spagnoli".
"Non riesco a pensare a un'occasione migliore per questo incontro che la celebrazione della Festa della Repubblica Italiana il 2 giugno - ha detto la prima vicepresidente del Senato spagnolo e presidente del gruppo di amicizia con il Senato italiano Cristina Narbona Ruiz - il Senato ospita una moltitudine di opere d'arte tra cui molti ritratti e per quasi tutti conosciamo l'autore e il suo soggetto. Non era il caso di questo Doge di Genova. Grazie alla storica dell'arte Anna Orlando e al sostegno del sindaco Marco Bucci possiamo dare un nome al protagonista".
Federico De Franchi di Gerolamo, del ramo dei De Franchi Toso, era figlio del doge (1581-1583) e di Isabella Suali, figlia del letterato Ottaviano Sauli. Nato nel 1550, giunse alla massima carica della Repubblica a oltre 70 anni. Ebbe dieci figli dalla moglie Maddalena Durazzo di Gerolamo. Fu estratto senatore per la prima volta nel 1602 e poi altre due, per cinque mandato fu magistrato in Corsica. Il 28 giugno 1611 fu eletto ambasciatore al re di Spagna, ma non è certo che in Spagna si sia mai recato. La presenza di un suo ritratto evidentemente successivo lascia aperta l'ipotesi di un suo trasferimento temporaneo a Madrid a cui avrebbe fatto seguito in veste di doge di cui poteva onorari di fronte al re di Spagna con cui poteva essere stato in contatto nel 1611.
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