Incontri d'estate, Giuseppe Cruciani: "Serve il matrimonio a tempo, era già un'idea di Beppe Grillo, aveva ragione. Toti? Tornerà a fare politica"

di Carlotta Nicoletti

5 min, 46 sec

Cruciani: "Sono ossessionato da Elly Schlein e dalla sinistra? Ma che cazzata, sono ossessionato solo dal lavoro"

Incontri d'estate, Giuseppe Cruciani: "Serve il matrimonio a tempo, era già un'idea di Beppe Grillo, aveva ragione. Toti? Tornerà a fare politica"

"Serve il matrimonio a tempo, era già un'idea di Beppe Grillo e su questo aveva ragione: un contratto di 5 anni e poi si ridiscute, come si fa nel calcio e invece che agli avvocati divorzisti ci si affiderò ai procuratori. Sì, scriverò tutto nel mio prossimo libro". Giuseppe Cruciani di libro sta presentando l'ultimo, ha appena iniziato, ma già pensa al prossimo. "Sono ossessionato da Elly Schlein e dalla sinistra? Ma che cazzata, sono ossessionato solo dal lavoro". Il dubbio comunque resta, ma alla fine è questa la grande forza di Crux; ascoltare e dire tutto, così come il contrario di tutto. Ha paura che il successo inizi a imboccare la discesa, "certo, chi non lo teme" e mentre lo dice muove le mani sporche ("sì, sì, anche oggi non mi sono lavato) e mentre muove dunque le dita zozze il pubblico le osserva rapido come accadeva solo ai prestigiatori di un millennio che se n'è andato da un pezzo. Il pubblico se ne frega se fuori c'è finalmente il sole, se è arrivata l'estate ed è come sempre improvvisa e appiccicosa come il caucciù. Stanno tutti stretti e appiccicati nella sala Grimaldi, palazzo Interiano Pallavicino, cuore magnifico del centro storico di Genova. E' un altro sold out di Incontri d'Estate, un altro successo ed è giusto dirlo della rassegna dedicata alla cultura voluta dall'editore di Telenord Massimiliano Monti. Cruciani chiacchiera con Giampiero Timossi, i due sì, si conoscono da un pezzo, il direttore un po' ci prova, vuole essere "politicamente scorretto" con l'Intervistato, ci riesce, ma solo in parte. Quando fa notare a Cruciani che però le parole hanno un peso, lo dimostrano i titoli di giornale di qualche giorno fa che recitano "Giuseppe Cruciani svela la sua esperienza gay", titoli usciti sui giornali dopo che il conduttore ha raccontato di aver partecipato a una festa e aver provato attrazione gay.

Un confronto che ha toccato vari temi, a partire da quello centrale, il politicamente corretto che poi è il fil rouge che unisce tutti gli altri argomenti affrontati nel corso dell'intervista. "Politicamente corretto" il tema trainante sul quale si sviluppa la discussione, tema su cui Cruciani si concentra da tempo e per cui porta avanti una vera e propria crociata. Il titolo del suo libro di fatto è abbastanza evocativo, "Via Crux- Contro il politicamente corretto". Non lascia spazio a interpretazioni diverse, come poi chiarisce bene lo stesso Cruciani.

"In qualche modo questo vuole essere un manuale contro il politicamente corretto, se vogliamo dare qualche regola posso dire che la prima è fregarsene dell'ambiente di lavoro e dire quello che si pensa sempre, anche e significa sacrificarsi. Ovviamente nel rispetto dell'altro. La seconda, è cercare di essere se stessi in ogni occasione e la terza non farsi condizionare da giornali e talk show, quelli dove vado ospite io anche". Queste dunque le regole principali secondo Cruciani per combattere il politicamente corretto, quella condizione che possiamo dire sta opprimendo la libertà di pensiero e la creatività, in un periodo storico in cui persino i grandi comici hanno deciso di gettare la spugna perché ci sono troppe censure. Un esempio su tutti l'attore Rowan Atkinson, star di Mr.Bean in un'intervista rilasciata al quotidiano The Irish Times per la presentazione del suo nuovo show Netflix Man vs. Bee, Atkinson ha detto: "I comici dovrebbero essere in grado di fare battute su qualsiasi cosa. Credo che il compito della comicità sia quello di offendere, o di avere il potenziale per offendere. Ogni scherzo ha una vittima. Bisogna stare molto, molto attenti a ponderare per bene su cosa è permesso fare battute. In una vera società libera, dovresti essere autorizzato a fare battute su chiunque e su qualsiasi cosa".

Cruciani in particolare è contro alla "proclamazione del buonismo, contro alla sua esternazione a tutti i costi". Per lui" l'egoismo è il motore del mondo, senza di esso non si sarebbe il mondo in cui viviamo". A un mondo in cui le singole parole diventano un insulto e ognuno non è più libero di dire la sua senza rischiare una querela, Cruciani dice no. "Se io voglio usare la parola frocio, che è soave e piena perché non posso? Se stiamo dietro al fatto che qualcuno possa sentirsi offeso per ogni singola cosa che diciamo non ne usciamo più". Il conduttore propone poi un paradosso che di fatto rende molto bene l'idea: "Sembra una dittatura in cui tutti devono essere uguali". Se le battaglie per il politicamente corretto hanno l'intenzione di essere la difesa di diritti e idee, rischiano invece di essere una forzatura che va verso una direzione di limitazioni e divieti che appartengono a un regime dittatoriale più che altro. Da una parte si combatte la libertà d'espressione con i gay pride e le manifestazioni ambientaliste aggressive, ma dall'altra si impone al prossimo di reprimere le proprie idee. Il concetto di Cruciani è semplice, "Si è perso il senso della realtà, i tribunali si sono adeguati purtroppo al politicamente corretto. Si rischia la diffamazione per aver pronunciato parole come "frocio". Se coinvolgiamo la magistratura per queste cose non la finiamo più, ogni cosa diventa odio. Io sono a favore dell'utero in affitto, dei matrimonio gay e di tanto altro, ma c'è chi non lo è, quindi ogni visione va rispettata nella sua libertà di essere espressa. Uno può provare schifo a vedere due uomini che si baciano, lo schifo è legittimo non lo puoi discriminare questo".

Il conduttore reclama dunque la libertà di dire ciò che si vuole in un mondo che invece va sempre più verso l'inclusività, termine che lui stesso fa fatica a comprendere: "Ma cosa significa poi inclusività? Se si va a cercare la definizione non si capisce minimamente il suo significato". Questo concetto pone le basi per una riflessione, ossia che essere inclusivi significa rinunciare alle proprie tendenze e idee.

Si parla anche di politica ed è inevitabile il riferimento al generale Vannacci, a cui Cruciani ha dato il suo voto di recente durante le elezioni europee, per cui si è posizionato molto bene ottenendo mezzo milione di voti. Per Cruciani il voto dipende dal momento non è più come negli anni '50 che il voto rappresentava i propri valori. "Vannacci ha smosso una grande parte di elettorato, era ovunque in tutti i talk show e poi un minuto dopo era scomparso. Per questo dipende tutto dai momenti". E se si parla di politically correct, il generale Vannacci certo non è un buon esempio, lui che ha sempre detto quello che pensava senza pensare alle conseguenze. E su questo il conduttore infatti specifica: "Non condivido alcune cose che dice ma difendo il diritto di dire ciò che si vuole".  

Non è mancato alla fine un commento sul caso Toti, Cruciani che per altro lo conosce bene, dai tempi in cui il presidente (sospeso di regione Liguria) lavorava in Mediaset e il conduttore è convinto, Toti continuerà a fare politica. E sui domiciliari si concede una critica "Credo che l'insistenza degli arresti domiciliari sia fuori dal mondo, come si può pensare che possa reiterare".