Italia choc. Un movimento da rifondare e gli errori di Mancini. Che se ne andrà
di Matteo Angeli
Il tecnico tornerà ad allenare una squadra di club. Servirà ripartire da zero, azzerando anche i vertici federali e migliorando le strutture
Passata la nottata, l'Italia intera ancora si chiede come sia stato possibile. L'Italia campione d'Europa si punisce con 12 anni perlomeno di astinenza, fallendo l'approdo Qatar 2022 dopo aver mancato Russia 2018.
E' questo il responso di una serata paradossale e triste, nella quale gli azzurri perdendo 1-0 contro la Macedonia del Nord nella semifinale degli spareggi gli azzurri accentuano la tendenza emersa dopo quell'11 luglio 2021 del trionfo di Wembley: erano stati incapaci poi di battere per due volte la Svizzera, nonostante i famosi due rigori a favore falliti da Jorginho, non erano andati oltre il pari neanche con Bulgaria e Irlanda del Nord. Quella squadra con gioco e carattere magistrali, evidentemente non esisteva più.
Come altri commissari tecnici, Mancini ha pagato pegno alla gratitudine nei confronti del suo gruppo: successe anche a Bearzot, che dopo il mondiale vinto nel 1982 venne eliminato dall'europeo successivo.
Ieri sera gli uomini di Mancini sono clamorosamente franati: un'ombra Barella, forse colpevole sul gol avversario Donnarumma, impalpabili Insigne e Immobile: ma a parte Verratti, lucido nelle verticalizzazioni, Berardi, perlomeno vivace, Bastoni attento e sicuro, tutti gli altri hanno giocato sotto ritmo beandosi dell' inutile possesso palla registrato. Dall'altra parte, quella dei macedoni, solo tanta buona volontà: grazie a un lampo di Trajkovski che al 92' ha accecato Donnarumma, è bastato.
Al revival beneaugurante contribuivano anche le scelte di Mancini: per quanto possibile, ovvero difesa a pezzi a parte, il commissario tecnico si affidava alla squadra capace di vincere a sorpresa il titolo continentale con Chiellini mandato in panchina a preservarsi inutilmente per lo scontro con Cristiano Ronaldo.
Barella, Insigne e Mancini, impresentabili, dovevano essere sostituiti nell'intervallo. Ma a parte le scelte tattiche il mister non è riuscito a trasmettere carattere e voglia. La squadra era bloccata, impaurita, brutta.
La notte di Palermo insegna che i miracoli non si ripetono mai. Gli sguardi attoniti di Vialli e Mancini sono lo specchio di una Nazionale da rifondare ma soprattutto di un movimento da rifondare.
Mancini tornerà ad allenare una squadra di club, cosa che aveva già in testa di fare: senza Mondiali la scelta sarà ancora più facile, anzi pare l'abbia già fatta.
Qui bisogna partire da zero, azzerando anche i vertici federali. Con entusiasmo e lungimiranza e magari con qualche "bidone"straniero in meno.
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