Italia-Santo Domingo, il Galata Museo ricorda l'emigrazione ligure con una mostra
di Marco Garibaldi
Il percorso espositivo mette al centro storie di italiani che hanno avuto un ruolo importante in Repubblica Domenicana
La presenza italiana a Santo Domingo dalla metà dell’Ottocento a oggi, è il titolo della rassegna che resterà esposta al Galata Museo del mare dal 12 novembre al 5 dicembre.
La mostra, realizzata da Andrea Vierucci da un’idea di Andrea Canepari, si inserisce nell’ambito delle iniziative #AspettandoilMei, il nuovo Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana, in fase di realizzazione nell’antico edificio della Commenda di San Giovanni di Prè.
Il percorso espositivo - elaborato a partire dal volume “L’eredità italiana nella Repubblica Dominicana. Storia, Economia, Architettura e Società”, a cura di Andrea Canepari ed edito da Umberto Allemandi - mette al centro storie di italiani che hanno avuto un ruolo importante in Repubblica Domenicana, con l’intento di rilanciare e sviluppare l’antica amicizia e la collaborazione tra i due paesi. Il più antico quotidiano domenicano, che risale al 1889, è stato infatti fondato da un italiano, come pure è opera di un ingegnere italiano il disegno del palazzo del Presidente della Repubblica. Mentre a un nostro concittadino, il mercante Giovanni Battista Cambiaso, si deve la creazione della Marina.
In collaborazione con la Biblioteca Berio, all’interno della mostra sarà esposta una sezione bibliografica “L'isola di Hispaniola e la Repubblica Dominicana”, proposte di lettura e di approfondimento dalle collezioni delle biblioteche civiche genovesi. Contestualmente, la biblioteca organizzerà una vetrina tematica con volumi in lingua italiana e spagnola.
La rassegna esposta al Galata Museo del Mare, dopo una tappa alla Venaria Reale, rappresenta un passaggio significativo del percorso di realizzazione del Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana, che aprirà al pubblico il prossimo anno. Il Mei sarà un museo in movimento, l’idea nasce infatti dalla forte volontà di restituire al grande pubblico, nazionale e internazionale, la narrazione di un patrimonio vastissimo e diversificato come quello legato alla storia dell’emigrazione italiana, un patrimonio fisicamente diffuso in numerose località, italiane ed estere, custodito da enti, istituzioni statali e locali, archivi, musei, centri di studio e ricerca, associazioni di emigrati.
«In attesa dell’apertura del MEI presentiamo una mostra che racconta una storia, quella degli uomini e delle donne che hanno lasciato il nostro paese a partire dall’Unità d’Italia nel 1861– spiega l’assessore alle Politiche culturali del Comune Barbara Grosso – Nella storia dell’emigrazione italiana, Genova ha avuto un ruolo strategico per via del suo porto, crocevia di persone, merci, culture. Quello dell’emigrazione è quindi un tema fortemente identitario per la nostra città, ed è strettamente legato anche alla location scelta per ospitare il MEI: la Commenda di Prè, un capolavoro d’arte medievale che fin dal XII secolo è stata ricovero dei pellegrini diretti in Terrasanta».
«Dopo la costituzione della fondazione del Mei avvenuta martedì (parallelamente a quella della casa dei cantautori) - dichiara Ilaria Cavo assessore alla cultura di Regione Liguria - questa mostra è solo la prima di una serie di iniziative di accompagnamento alla realizzazione del museo e di avvicinamento alla sua apertura. È la dimostrazione di come la progettazione del museo sia frutto di un lavoro di condivisione con altre istituzioni culturali italiane e di rapporti che si intrecciano con i consolati, con le ambasciate e con le rappresentanze degli italiani all'estero. Questa esposizione ha un valore culturale in sé, ma anche di creazione di quella rete che darà valore e respiro internazionale al Mei».
«Dopo “Caruso, contaminazioni migranti” - dichiara, Paolo Masini, presidente del comitato di indirizzo MEI - un nuovo appuntamento di "Aspettando il Mei". Una serie di proposte tese a far assaporare quello che sarà: un museo partecipato con l’obiettivo di parlare dell'emigrazione a tutto tondo. L’evento, legato alla presenza italiana a Santo Domingo, sarà seguito da tanti altri, tutti con l’intento di mostrare al grande pubblico le potenzialità di un museo che vuole restituire al Paese una parte importante della propria storia e della propria memoria. E questo attraverso le storie delle donne e degli uomini che per scelta, per obbligo o per bisogno hanno attraversato i confini del mondo alla ricerca di una vita nuova».
«La costituzione della Fondazione MEI è una tappa importante in un cammino iniziato nel 2011, quando il Mu.MA promosse il padiglione permanente Memoria & Migrazioni al Galata – aggiunge Nicoletta Viziano, presidente dell’Istituzione Mu.MA - Questa esposizione si integrerà nel nuovo Museo, mettendo in relazione i due spazi, il Galata e la Commenda, rappresentando un punto di forza del sistema museale della nostra città, ma con una forte proiezione nazionale».
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