La pandemia ha accelerato i cambiamenti verso la sostenibilità anche nel muoversi
di Edoardo Cozza
Appuntamento Ansa con un evento dedicato all'agenda 2030: è intervenuto anche il ministro Giovannini
Dalla metropoli globale alle città sostenibili: la crisi pandemica ha impresso un'accelerazione sostanziale verso un cambiamento di paradigma nel nostro vivere gli spazi cittadini e negli spostamenti. Ecco il punto di partenza di "Abitare il futuro: quali infrastrutture per una mobilità sostenibile", appuntamento organizzato dall'ANSA sui temi dell'Agenda 2030.
"Con il ministro Cingolani abbiamo firmato il decreto sull'istituzione del mobility manager nelle imprese e nelle istituzioni con oltre di 100 addetti, e non più 300 - ha detto il ministro dei Trasporti e delle Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini - Questo vuol dire avere l'opportunità di ripensare i tempi della città, i tempi del movimento, delle scuole, delle persone".
"Dobbiamo assolutamente ancora costruire infrastrutture fisiche, ma anche con i dati capire come farle funzionare meglio. A volte con meno asfalto e un po' meno calcestruzzo, e un po' più di silicio e di intelligenza". È questo il messaggio dell'architetto e urbanista, Carlo Ratti, che dirige il Senseable City Lab del Mit di Boston. Ratti presenta alcune soluzioni, a partire dal progetto con la città di Stoccolma di pedaggi flessibili per decongestionare il traffico nell'ora di punta, la "nuova flessibilità portata dal Covid sugli orari - spiega l'architetto - con gli incentivi giusti ci può permettere di distribuire i picchi e usare meglio l'infrastruttura esistente".
Il rettore del Politecnico di Milano, Ferruccio Resta, invita ad "avere il coraggio di sperimentare nuove tecnologie" per la mobilità, anche dal punto di vista della normativa. "Dobbiamo essere più veloci nella fase di sperimentazione. Altri Paesi in Europa stanno lavorando con centri congiunti", dice il rettore affrontando insieme tecnologia e aspetti giuridici, assicurativi e regolamentatori "per arrivare a un sistema regolamentare che è in grado di recepire l'innovazione tecnologica".
"Sta un po' cadendo il mito della grande metropoli e 1,5 milioni di italiani, nei prossimi due-tre, anni vorrebbero trasferirsi in una città di dimensioni più piccole", secondo i dati di un osservatorio di Nomisma presentato dalla responsabile Market intelligence della società, Silvia Zucconi.
"Non un assemblaggio di pezzi che arrivano dall'Estremo Oriente, ma una fabbrica dove si parte dal silicio e si costruisce tutto e si va con il made in Italy in giro per il mondo". Con queste parole E-Mobility lead manager di Abb, Antonio De Bellis, presenta l'investimento di 30 milioni di dollari per il nuovo stabilimento per la realizzazione di sistemi di ricarica per veicoli elettrici a San Giovanni Valdarno (Arezzo). "Abbiamo bisogno di maggiore flessibilità produttiva, di essere pronti ad affrontare lo tsunami che sta arrivando (ne abbiamo tutte le avvisaglie) della penetrazione esponenziale dei mezzi elettrici", afferma De Bellis. "C'è una dimostrazione - continua il manager - che questa rivoluzione, è vero che mette a rischio qualche cosa, ma anche in un Paese come l'Italia riesce a creare occupazione e opportunità di business per una filiera". De Bellis rivendica che "chi ricarica un'auto con le ricariche veloci oltre 50 kW di corrente continua negli Stati Uniti, in Giappone, negli Emirati Arabi o in giro per l'Europa ha un'esperienza made in Italy perché queste tecnologie nascono in Italia".
Secondo l'Head of Sustainable solutions di Scania, Paolo Carri: "In una prima fase - osserva Carri - saranno meno rilevanti le colonnine pubbliche ma dovremo puntare su infrastrutture presso i depositi dei veicoli, nei punti di carico e scarico e nei nodi del sistema logistico. Questo deve essere preso in considerazione quando si parla dei vari programmi di incentivazione e sostegno alla transizione".
Sensori inglobati nei grandi tunnel faranno sì che siano "infrastrutture estremamente connesse ed estremamente leggibili nei loro comportamenti attraverso l'utilizzo di tecnologie attuali ma non così abitualmente applicate nell'ingegneria civile": lo sottolinea il direttore generale del Tunnel Euralpin Lyon Turin (Telt), Mario Virano, parlando del cantiere della Tav come di un esempio di innovazione e sostenibilità.
"La mobilità è molto evoluta rispetto a 30 anni fa quando è nato Telepass ma le barriere che le infrastrutture di mobilità stanno creando sono tantissime e noi andiamo a eliminare queste barriere": così il ceo di Telepass, Gabriele Benedetto, indicando la necessità su questo fronte di uno scatto delle pubbliche amministrazioni.
"Noi vediamo la funivia come la soluzione di mobilità elettrica per eccellenza per i centri cittadini. Si immagina un unico motore che muove centinaia di veicoli e migliaia di persone e questi veicoli sono sempre puntuali", ha spiegato il presidente del Gruppo Leitner, Anton Seeber, che sottolinea come questo motore sia anche "sviluppato con un'innovazione puramente italiana".
Il piano di ripresa e resilienza stanzia 30 milioni per la strategia di riconversione energetica e la mobilità elettrica del trasporto a Cagliari. "È una notizia dell'ultima ora che ci ha reso particolarmente felici. Possiamo dire seguendo questa strada che il futuro di Ctm è elettrico", afferma il direttore generale di Ctm, la società che gestisce servizio di trasporto pubblico locale nell'area di Cagliari, Bruno Useli, che descrive il piano per la graduale sostituzione di 300 mezzi diesel con altrettanti autobus elettrici, per la riconversione del deposito.
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