La scomparsa di Alfredo Biondi, protagonista di 60 anni di vita politica ligure
di Paolo Lingua
Dalla facoltà di Giurisprudenza alla Baistrocchi, dal consiglio comunale al ministero nel primo governo Berlusconi, un uomo che fu una "forza della natura"
E’ stato un protagonista della vita politica della cosiddetta Prima Repubblica e anche del periodo burrascoso di “mani pulite” e dei cambi generazionali dei protagonisti della vita pubblica italiana. Nato a Pisa nel 1928 era arrivato a Genova alla fine della guerra. Il padre, professore di matematica, insegnava all’Istituto “Emiliani” di Nervi.
Allegro, spiritoso, di carattere generoso e sempre pronto all’amicizia e dotato di una notevole ironia, era stato uno degli ultimi protagonisti della goliardia tradizionale negli anni in cui frequentava a Genova la facoltà di giurisprudenza. Non perdeva mai uno spettacolo della “Baistrocchi”. Sin agli anni universitari era stato un sponente di punta del partito liberale fdi cui fu sempre un sponente di spicco e, anche quando venne eletto in Forza Italia dopo la crisi dei partiti tradizionale, ne rimase sempre convinto sostenitore, legatissimo a quello che ne fu il leder storico del dopoguerra, Giovanni Malagodi.
Biondi era, per certi aspetti, una forza della natura, sia sul piano fisico sia su quello intellettuale. Aveva, aggredendo la vita con incredibile ottimismo, una eccezionale capacità lavorativa. Partendo dal nulla divenne in pochi anni, un penalista di alto livello, non mollando mai il suo impegno professionale, anche quando era un protagonista della vita politica prima genovese e poi italiana.
Eletto in consiglio comunale quando i liberali erano numerosi ed erano schierati contro le giunte di centrosinistra di Vittorio Pertusio e di Augusto Pedullà. Alfredo Biondi divenne rapidamente il leader dei liberali della Liguria. Deputato, senatore, ministro per le politiche comunitarie e dell’ecologia, fu anche ministro della giustizia nel primo governo di Silvio Berlusconi.
E’ stato al Senato sino al 2008, alla soglia degli ottant’anni, sempre battagliero e su posizioni autonome. E’ stato una personalità di spicco e ha goduto di vasta popolarità. Non era snob e neppure identificato con le élite. Si potrebbe definire un “liberale popolare”, anche per il suo respiro nell’affrontare le vicende politiche e sociali. Aveva avversari ma non nemici. Solo negli ultimi anni era cominciato il suo declino fisico.
Poi, la morte precoce del figlio, anche lui un brillante avvocato, lo aveva piegato. Ma la famiglia gli era rimasta sempre intorno, in particolare la moglie Giovanna. Con lui, protagonista di sessant’anni di vita politica ligure e italiana se ne va davvero un pezzo di storia.
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