Liguria, beni confiscati alle mafie: in otto anni aumento del 193 per cento
di Redazione
E' quanto emerso nell'incontro nazionale delle Commissioni regionali antimafia a Genova. Una proposta di legge in Regione per la valorizzazione e il riutilizzo
E' stato registrato un aumento del 193% dei beni confiscati alle mafie in Liguria fino al marzo 2022 rispetto al 2014, passati in otto anni da 142 a 464, di cui 137 già ridestinati ad attività legali e 327 sono ancora da assegnare in carico all'Agenzia nazionale dei beni confiscati alle mafie.
E' il trend emerso dall'incontro nazionale delle Commissioni regionali antimafia a Genova a cui hanno partecipato la vicepresidente del Coordinamento delle Commissioni e Osservatori regionali sul contrasto alla criminalità organizzata Monica Forte, il presidente del Consiglio regionale della Liguria Gianmarco Medusei, il presidente e vicepresidente della della Commissione antimafia della Liguria Roberto Centi e Alessandro Bozzano.
In provincia di Genova sono 247 i beni confiscati, di cui 88 già destinati e 159 ancora in carico all'Agenzia, a Imperia sono 40 di cui solo 4 già assegnati, alla Spezia sono 56 di cui 22 destinati e a Savona sono ben 121 i beni confiscati di cui solo 23 sono stati destinati ad attività legali.
Il tempo mediamente necessario per il recupero e riutilizzo dei beni confiscati è di 10 anni.
In Italia i beni confiscati in totale sono 41.609 di cui 4.907 nel Nord Ovest.
Le aziende confiscate a livello nazionale sono 5.122, di cui 530 nel Nord Ovest, di cui 56 in Liguria: 19 sono già state destinate e 37 sono ancora in gestione all'Agenzia.
"In Liguria è in fase di istruttoria una proposta di legge regionale per gli interventi per la valorizzazione e il riutilizzo sociale di beni ed aziende sequestrati e confiscati".
Lo ha detto la vicepresidente del Coordinamento delle Commissioni e Osservatori regionali sul contrasto alla criminalità organizzata Monica Forte ribadendo che "le mafie sono una tema che ormai riguarda tutte le Regioni d'Italia nessuna esclusa".
"A Genova c'è tanto da fare perché ha un porto importante che purtroppo è nelle mire della criminalità organizzata", sottolinea Forte.
"E' un ulteriore passo avanti per condividere informazioni preziose, per elaborare progetti comuni e adottare una strategia adeguata ad un fenomeno che ormai interessa tutto il Paese", commenta il presidente del Consiglio regionale Gianmarco Medusei. "L'aumento del 193% dei beni confiscati è dovuto alla conclusione delle indagini e dei processi, il monitoraggio è migliorato e dimostra l'enorme quantità di bene confiscati anche in Liguria al di là di quanto si potrebbe credere. - commenta Centi - Genova ha il più grande sequestro di beni del Nord Italia che è il sequestro Canfarotta, ma i dati delle altre province non sono da meno. Il problema che vogliamo risolvere è l'assegnazione e definitiva sistemazione dei beni confiscati".
La proposta di legge allo studio in Liguria per "gli interventi per la valorizzazione e il riutilizzo sociale di beni ed aziende sequestrati e confiscati" ha cominciato il suo iter in commissione regionale.
"I sindaci devono avere un ruolo fondamentale, - afferma Bozzano - il ruolo dei Comuni sull'assegnazione dei beni confiscati non può più essere un onere per il sindaco, perché amministra già con bilanci risicatissimi, quindi dev'essere attivo, con la previsione di destinazioni dei beni in prevalenza sociali ma non solo. Il sindaco deve diventare il punto terminale del procedimento per restituire il bene alla comunità senza oneri per i Comuni".
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