Liguria, elezioni: Gozzi spunta tra i nomi civici del centrodestra, ma l'industriale dice no
di Stefano Rissetto
L'editoriale a difesa del "Modello Genova" era parso il preannuncio di un ritorno alla politica attiva dopo oltre trent'anni
Nessuna intenzione di correre per la presidenza della Regione. Benché chiamato in causa da più parti in via riservata, Antonio Gozzi non è disponibile a interpretare il ruolo di "civico" per il centrodestra. Il docente chiavarese, ai vertici di Federacciai e chiamato da Emanuele Orsini nella squadra apicale di Confindustria con una serie di deleghe pesanti, ha lasciato la politica attiva da più di trent'anni. Era stato vicesindaco di Chiavari e segretario regionale del PSI, poi si è dedicato all'azienda siderurgica di famiglia, con il "diversivo" della Virtus Entella, presa tra i dilettanti e portata alle soglie della serie A.
Da ieri pomeriggio il suo nome aveva preso a circolare nel mondo della politica ligure, per via di un suo editoriale sulla testata online Piazza Levante dal titolo eloquente "Ma il modello Genova è cultura del malaffare?". Nel testo, Gozzi difende l'operato del sindaco Bucci: "L’essere stati capaci di reagire alla cultura del declino e della decrescita (infelice) con una narrazione diversa, positiva, pragmatica è stato il grande merito dell’amministrazione di Bucci".
Di fronte alle prime prese di posizione in campagna elettorale, Gozzi osserva "Ancora una volta la sinistra ligure, o almeno buona parte di essa, ha una vocazione minoritaria, che negli ultimi dieci anni le ha fatto perdere tutto quello che c’era da perdere, ed una postura molto distante dalla cultura di governo (studiare bene Starmer in UK, please)". E ancora: "In Liguria ci sono forze politiche che vedono la crescita come una sciagura e le grandi opere come strumenti per alimentare il malaffare e la mafia, e che sono pregiudizialmente diffidenti verso le imprese, i loro progetti, l’iniziativa privata. L’essere stati capaci di reagire a questa cultura del declino e della decrescita (infelice) con una narrazione diversa, positiva, pragmatica è stato il grande merito dell’amministrazione di Bucci, che pure con i suoi limiti ha cercato e spesso è riuscita ad invertire la rotta proprio sulle questioni strutturali".
A non pochi osservatori questo editoriale era parso un programma di governo, una "discesa in campo". Ma la smentita secca è arrivata dagli ambienti dello stesso industriale chiavarese, reduce dalla corsa alla presidenza di Confindustria risoltasi in un insuccesso anche per l'azione parallela del conterraneo Edoardo Garrone. Tra l'altro Gozzi, sempre tassativamente fermo nel proposito di non prendere altra tessera dopo la fine della sua esperienza nel Garofano, nel recente passato è stato più volte avvicinato all'ex premier Matteo Renzi e alla sua "Italia Viva", formazione che al pari di "Azione" di Carlo Calenda sul territorio ligure ha compiuto scelte caso per caso non sempre uniformi e che stavolta sembra intenzionata a partecipare al "campo largo", per una tessitura tutt'altro che scontata. Di certo un impegno diretto di Gozzi è da escludere.
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