Liguria, sanità, liste di attesa, botta e risposta Toti-Pd: "Numeri migliori", "Annunci non rispondenti ai fatti"
di Redazione
Il presidente della Regione e il segretario ligure Davide Natale in disaccordo sulle prestazioni sanitarie
Botta e risposta tra il presidente della Regione Giovanni Toti e il Pd, principale forza di opposizione, sul tema delle liste di attesa.
"In Liguria, la stragrande maggioranza delle prestazioni monitorate dall'Osservatorio risultano a oggi prescrivibili nei tempi previsti dalla legge, rispettando i relativi codici di priorità". Così il governatore Giovanni Toti in merito ai dati diffusi in questi giorni dall'Osservatorio nazionale welfare e salute. Per visita cardiologica, visita ginecologica, Tac al torace, risonanza magnetica ed ecografia all'addome, nel territorio della Asl3, azienda sanitaria che include circa la metà della popolazione ligure, il tempo d'attesa viene garantito, come si evince dal report della stessa azienda aggiornato al 1° aprile. L'analisi riportata dall'Osservatorio mostra invece, in valore percentuale, quante volte sono stati rispettati i tempi d'attesa previsti per le specialità indicate. Aggiornando i dati in tempo reale si apprezza il miglioramento dei tempi d'attesa che si è verificato da marzo 2024, per lo stesso tipo di prestazioni.
"L'inversione di tendenza - spiegano Toti e l'assessore Angelo Gratarola - è frutto di una serie di azioni legate all'acquisto di prestazioni dal privato accreditato, al potenziamento dell'offerta delle Asl e all'attività di ottimizzazione dei processi. Da qualche settimana 120mila prestazioni fra risonanze magnetiche, tac, ecografie e raggi sono già a disposizione in tutte le Asl. Alisa ha concluso a inizio marzo tutte le procedure per la manifestazione di interesse per 7 mln 400 mila euro per l'acquisto dal privato accreditato di prestazioni di diagnostica. Le liste d'attesa per la diagnostica per immagini - proseguono - si sono ridotte drasticamente rispetto ai primi due mesi dell'anno. Questo provvedimento rientra in un quadro di aumento dell'offerta che riguarda la specialistica ambulatoriale per rispondere alla domanda crescente di prestazioni di diagnostica per immagini, ma anche altri settori: nel campo della specialistica ambulatoriale, che comprende anche prime visite, follow up, riabilitazione, già nel 2023 rispetto all'anno precedente, è stata registrata una crescita di prestazioni pari al 5%. Recentemente si è aperto il secondo bando di quest'anno che riguarda l'attività di cardiochirurgia e di cardiologia interventistica, a cui seguiranno quelli relativi a ortopedia e chirurgia". Rispetto ai valori riportati dall'Osservatorio le uniche visite e prestazioni le cui attese sono ancora superiori a quanto previsto, sono quelle riferite alla visita urologica (ma per le urgenze i tempi sono rispettati) e all'endoscopia digestiva.
"Per quest'ultima prestazione - aggiunge Gratarola - influiscono negativamente le difficoltà a individuare il personale specialistico e strutture del privato accreditato che possano contribuire a rispondere alla domanda di prestazioni. Per contenere i tempi all'interno di quanto previsto dalla norma sono in atto processi di riorganizzazione all'interno delle Asl".
Di diverso avviso il Pd. "La narrazione totiana - dice il segretario regionale Davide Natale - si scontra con la realtà e ancora una volta agli annunci sul recupero delle liste d'attesa non corrispondono i fatti. Basta consultare i siti delle diverse Asl per averne conferma. Per Toti è da considerare un successo che per fare una colonscopia in Asl 2 servono 154 giorni e in Asl 3 ne servano 141, anziché 10 come prescritto? E che per il medesimo esame sono chiuse le agende per la categoria differita o programmate? Ed è un successo che per una risonanza magnetica all'encefalo anziché 10 giorni ne servano 86 in Asl 2 e 120 in Asl 1 e anche in questo caso non è possibile prenotare esami prescritti in categoria D e P? Oppure per una spirometria anziché 10 giorni 98 sempre in Asl 2? O che per una visita oculistica in Asl 5 differita e programmata le agende sono chiuse? I dati confermano quanto gli studi sulla sanità pubblica ligure, realizzati dal Gruppo PD in Regione e da Cgil e Cisl, hanno evidenziato, che se i liguri vogliono curarsi devono rivolgersi al privato, con oltre mille cittadini che spendono più di mille euro l'anno per esami e diagnostica".
"Una situazione che a oggi si è ulteriormente aggravata, perché non bastano più mille euro l'anno per curarsi - prosegue Natale -, ma i cittadini che possono sono costretti a indebitarsi erodendo parte delle proprie entrate e fare dei prestiti per aggirare le liste d'attesa. Un passaggio ulteriore verso il disastro della sanità pubblica. Nel frattempo la Regione Liguria continua a dare risposte parziali acquistando esami e visite redditizie per i privati, ma senza un'idea strutturale di riforma della sanità pubblica. Quindi - conclude la nota - finito l'effetto spot che droga solamente il sistema senza risolvere il problema come dimostrano i numeri, ritorneremo al punto di prima e ancora peggio, perché non sono state fatte assunzioni, investimenti sulle attrezzature e sulla formazione. Serve un cambio di passo radicale, perché tutte le ricette attuate fino ad oggi non risolvono alla radice il problema della difficoltà di accedere alle cure". (ANSA).
CH/ S56 QBXW
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