Il papà della bimba salvata dal Gaslini: "Ci avevano detto che non c'era niente da fare"
di Michele Varì
"L'abbiamo chiama Stella così avremmo potuto ricordarla guardando il cielo"
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"Questo sarà un anno e un Natale speciale, dico anno perché il peggio della salute di Stella è proprio coinciso con con l'ultimo giorno dell'anno scorso quando era in terapia intensiva e ci avevano detto che non c'era niente da fare".
A parlare è Alessandro, il papà della bambina di 21 mesi affetta da una rara patologia cardiaca e salvata da un intervento chirurgico effettuato il 3 dicembre al Gaslini, a cui la famiglia, che abita in Lombardia,si è rivolta in seguito a contatti di altri genitori dopo avere appreso che gli ospedali della zona ritenevano la figlia senza speranze: "Era stato richiesto un trapianto cardiopolmonare che poi non poteva avere seguito perché non sarebbe potuto avvenire. Questo sarà un Natale di fede, un Natale di speranza dove, dico da credente, ho sempre sperato nel miracolo, ma dicevo "perché proprio a me", ed è capitato a proprio a me".
Alessandro arriva al Gaslini in auto, con lui l'altro figlio, più grande di Stella: "Perché l'abbiamo chiamata Stella? non è nome ma un simbolo. Io e mia moglie quando quando ci hanno comunicato che non ci sarebbe stato un buon esito, era notte, ci siamo guardato in faccia e abbiamo pensato a una stella così l'avremmo sempre sentita vicina ogni notte sarebbe stata con noi, se poi deve volare in cielo quello era il suo posto. Oggi sarà dimessa grazie a Dio, siamo emozionati, questa la vera dimissione, siamo stati tanto in ospedale, abbiano vissuto in ospedale, oggi forse andremo a casa nostra e ci godremo finalmente la nostra casetta".
Alessandro poi va indietro con il tempo:
"La prima volta l'abbiamo persa in braccio a 4 mesi perché prima non era impossibile farlo. E e se ne stava andando..., sei volte se ne stava andando nell'altro mondo. Oggi posso dire che quando l'ho rivista una settimana dopo l'intervento, l'ho ritrovata come una bambina diversa. Oggi è una figlia, prima era una paziente. Piena di energia, è il nostro amore. Di solito si nasce una volta sola, io sono morto sei volte, mia figlia è nata due volte, è una vita strana".
La fede? è stata il nostro sostegno, altrimenti chiunque ci prendeva per matto. Dottori, infermieri, ci siamo trovati noi a consolare loro, si sono tutti affezionati alla piccola Stella, anche per i suoi occhi così profondi, belli.
E' un miracolo vero, ringrazio il Gaslini, ringrazio infinitamente il professor Pomè, sarò riconoscente e non saprò come sdebitarmi, è riuscito da una idea a farne un progetto di vita.
Stella ora ha anche la forza di fare i capricci, io mesi fa quando vedevo i genitori che si arrabbiavano con i figli che facevano i capricci, pensavo voi non sapete quanta fortuna avete. Per noi erano un lusso, oggi la bambina fa i capricci, gioca, ride. Oggi è una figlia".
Alessandro nei calvario dei mesi della malattia di Stella per alleviare il peso al figlio più grande l'aveva portato in crociera: la compagnia di navigazione Msc quando ha appreso di questo ha contatto il Gaslini per offrire alla famiglia una crociera per quattro persone. "Scegliete pure la destinazione" hanno aggiunto.
Non solo: l'eco della notizia dell'intervento che ha salvato la bambina ha dato nuove speranze di vita ad altre due famiglie con figli affetti da rare patologie cardiache, che hanno già contatto il Gaslini e presto saranno a Genova per il ricovero dei figli. "Noi non ci tiramo mai indietro" rassicurano dall'ospedale pediatrico.
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