Meeting Rimini, Toti: "Basta con ideologia, benaltrismo e "nimby" che ostacolano infrastrutture e sviluppo dell'Italia"

di Redazione

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"Qualcuno in Italia, dopo la caduta del muro di Berlino, ha portato sulle infrastrutture la precedente battaglia politica a un sistema economico e sociale"

Meeting Rimini, Toti: "Basta con ideologia, benaltrismo e "nimby" che ostacolano infrastrutture e sviluppo dell'Italia"

L'estate 2023 "è snodo per una serie di decisioni che la politica dovrà prendere e che sono fondamentali prerequisiti perché quelle opere si facciano. Pur all'inizio del loro percorso il governo ha già un merito innegabile, quello di dire che le infrastrutture vanno fatte senza se e senza ma. Perché sul tema delle infrastrutture c'è una grande battaglia politica che ha tre temi fondamentali da mettere al centro: una è l'ideologia, una è la sindrome nimby (not in my back yard, non nel mio giardino, N.d.R) e il benaltrismo e la terza è velletarietà". Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, intervenuto con il ministro Salvini al forum 'infrastrutture e Pnrr: quale sviluppo per l'Italia' con il ministro Salvini al meeting di Rimini.
 

"Non nascondiamocelo - ha detto Toti - c'è qualcuno in questo Paese che, dopo la caduta del muro di Berlino, ha portato sulle infrastrutture la precedente battaglia politica a un sistema economico e sociale. Una cosa come 'lo sterco del diavolo' che va combattuto ideologicamente. Poi c'è chi dice le infrastrutture servono ma non a casa mia. E' subdolo: c'è sempre un'alga, un pesce o un ranocchio che si oppongono al rigassificatore. Terzo tema è la velletarietà. Io sono un fan del Pnrr ma perché con il Pnrr non posso finanziare una strada o un parcheggio ma solo determinate cose? Andiamo verso la sostenibilità, è bello e altruista ma il termine sostenibilità significa anche che ci dobbiamo arrivare vivi a quel futuro. Insomma - ha concluso - questi tre subdoli nemici la politica li deve affrontare in modo netto. La responsabiltà prima di un amministratore è prendere decisioni chiare e nette e portarle avanti".

Che l'Europa "non finanzi un'opera come il Ponte sullo Stretto perché dovrebbe essere finito nel 2026 mi sembra una cosa strana. Abbiamo tenuto opere che ci abbiamo 30 anni a fare poi di colpo in due anni dobbiamo farle tutte e chiuderle nel '26 a giugno". Poi Toti cita Troisi: "quando gli dicevano un giorno da leone o 100 da pecora ribatteva dicendo se ne possono fare 50 da orsacchiotto. Non è che ora dobbiamo fare o bianco o nero, Il Pnrr - prosegue il governatore - poteva modulare le opere e farle fare nel giusto tempo".


Toti è poi passato a parlare delle opere previste in Liguria, regione che, ha detto "di tutto questo è l'ombelico. Ogni opera che si fa in Liguria vale per un pezzo importante del Paese non solo per i liguri: i nostri porti sono porta d'accesso di merci che vanno sugli scaffali degli italiani, quindi più la nostra logistica è efficiente più concorrenza ci sarà e meno costeranno le merci anche per quella guerra all'inflazione che facciamo. Più le nostre merci arrivano dal Nord con facilità più saranno competitive sui mercati esteri più la nostra bilancia commerciale funzionerà. Poi Nodo ferroviario, terzo valico e la Diga, altra cosa che una parte della opinione pubblica vede come una cosa malvagia".

La Liguria, ha ricordato "è piccola, stretta, montuosa e lunga. Ogni opera è più complicata e faticosa ma i porti crescono e noi continuiamo a fare infrastrutture. Dobbiamo fare, per disegnare il futuro, più infrastrutture oppure riduciamo la crescita economica. La politica deve dare una risposta chiara: e la risposta - ha concluso - è che questo Paese anche nelle sue sfide ambientali ha bisogno di costruire più infrastrutture perché significa più benessere. Ed è questa la vera e forte risposta che la politica può dare Poi discutiamo di tutto ma ci vuole una politica che abbia coraggio di scegliere e sostenere le scelte di nuove infrastrutture di questo Paese"


In margine all'incontro pubblico, Toti ha confermato: "Sul fronte delle infrastrutture spronerò Matteo Salvini a fare quello che mi pare stia già facendo: è importante il fatto di avere un ministro che chiaramente, senza tentennamenti e senza oscillazioni, dice che questo Paese ha bisogno di infrastrutture e che bisogna farle in fretta. Sembra banale ma non lo è. Sostenibilità e crescita del Paese si fanno con più opere cantierate e i cantieri vanno aperti con semplicità e le regole vanno rispettate ma quelle stesse regole vanno anche semplificate".


"Si tratta - ha aggiunto - di semplificazione del codice degli appalti, nuove norme che riguardano il consiglio superiore delle opere pubbliche, la vidimazione dei progetti sono tutte semplificazioni benemerite, spero che si vada avanti in questa direzione e questo chiederò al ministro Salvini". Quanto alla Liguria, ha proseguito Toti, "E' la regione che investe di più, pro capite, nelle infrastrutture alcune delle quali hanno un valore nazionale come il sistema portuale che poi è a servizio delle grandi imprese" delle regioni che rappresentano "l'area produttiva del Paese".


"Da questo punto di vista - ha concluso - credo sia molto interessante confrontarsi con un Governo che ha davanti a sé una sfida epocale come quello di Giorgia Meloni e del vice premier Salvini"