Mihajlovic, conferenza e lacrime: "Non sono un eroe, sono un uomo con le sue fragilità"
di Maria Grazia Barile
"Grazie ai medici, alla famiglia, a chi mi è stato vicino"
A oltre 4 mesi da quella conferenza stampa del 13 luglio in cui annunciava di essere affetto da leucemia acuta mieloide, Sinisa Mihajlovic è tornato a parlare a Bologna. Lo ha fatto in conferenza stampa a Casteldebole, affiancato dai medici del Sant'Orsola che lo hanno curato, ad un mese dal trapianto di midollo osseo a cui è stato sottoposto.
Il tecnico serbo ha parole di riconoscenza per tutti: "Voglio ringraziare tutti, i medici e il personale che si è preso cura di me facendomi sentire molto protetto. Sono stato rinchiuso in una stanza di ospedale, da solo. Il mio più grande desiderio era di prendere una boccata d'aria fresca e non potevo farlo. Non mi sono mai sentito un eroe, ma un uomo, forte, con carattere, che non si arrende mai, ma con le sue fragilità. Voglio ringraziare mia moglie che è stata tutti i giorni con me, i miei figli, mio fratello e mia madre. Poi tutti coloro che mi sono stati vicino, i tifosi, tutte le società dove ho militato".
I medici hanno spiegato che le sue condizioni sono soddisfacenti ma che serve cautela e lo stesso tecnico ammette: "Ho ancora paura ma è quella che ti fa rigare dritto. Spero però di uscire da questa situazione come un uomo migliore. Se prima la pazienza non era il mio forte, ora ho migliorato e mi godo ogni minuto della giornata. Tutto quello che sembrava normale lo vedo in un'altra maniera. Andrò avanti per la mia strada, con le mie forze, sempre con cautela ma quando potrò esserci, ci sarò. Questo mi fa sentire vivo ma non posso andare oltre le mia possibilità, ho sempre ragionato col cuore, ora devo usare la testa".
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