Morte Calissano, il fratello Roberto: "Forse ha esagerato con i farmaci ma chi glieli ha venduti?"
di Marco Innocenti
"Non era solo, aveva un rete di affetti intorno a sé. Dal giorno della morte non so più nulla: l'appartamento è sotto sequestro e non ho notizie dell'autopsia"
"Paolo non si è suicidato". E' questa l'unica certezza che emerge dalle parole di Roberto, il fratello dell'attore Paolo Calissano, trovato morto nel suo appartamento a Roma il 29 dicembre. Roberto ha parlato dalle colonne del Secolo XIX, facendo trapelare le sue certezze (poche) e i tanti dubbi che ancora aleggiano intorno alla morte del fratello Paolo, senza però nascondere le fragilità dell'attore.
"Mio fratello non si è suicidato - ha detto Roberto - E sono sicuro che la cocaina non c’entri nulla, quello era un capitolo concluso, definitivamente alle spalle dopo le cure ricevute nella clinica in Svizzera. Io sono convinto che abbia pasticciato con i farmaci anche se nessuno mi ha saputo dire ancora nulla di preciso. Ma ora voglio sapere chi glieli ha prescritti o chi glieli ha venduti, perché ne aveva a disposizione una tale quantità, com’è stato raccontato. Mi facciano capire, sono il primo a voler sapere che cosa appureranno le indagini".
"Paolo aveva una rete intorno a sé, non era solo - ha aggiunto - C’era il suo amministratore di sostegno, Matteo, che con il tempo si era trasformato in un amico, un confidente: gli raccontava tutto. C’ero io: pur abitando in città diverse gli sono stato sempre vicino. Poi quest’amica, un’ex fidanzata, quasi un’ex moglie affettuosissima. Gli aveva portato da mangiare il 24 ma lui l’aveva allontanata, le aveva detto che voleva stare da solo. Stessa identica scena il 25, il giorno di Natale. È stata lei a scoprirlo ormai senza vita".
"Era successo altre volte che Paolo prendesse qualche calmante, quando si sentiva particolarmente agitato - ha confermato - Magari poi era rimasto un giorno intero a letto ma poi si era ripreso. L’unica spiegazione che ora riesco a darmi è che in un brutto momento abbia esagerato, senza volerlo. Però, ripeto, non so perché ne avesse così tanti, chi glieli aveva messi a disposizione".
"Non sono riuscito a sapere ancora nulla. L’appartamento è sotto sequestro, non ho alcuna notizia dell’autopsia, nessuna comunicazione di un medico legale. Mi piange il cuore sapere che mio fratello è in un obitorio, vorrei organizzare al più presto il funerale ma non ho comunicazioni. Sono stato convocato a Roma per firmare delle carte come unico congiunto. Ho anche discusso con i carabinieri, mi hanno detto: le invieremo una raccomandata per farle sapere. Io ho risposto: chiamatemi subito per qualsiasi novità".
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