Nada Cella, i pm: "Qualcuno aiutò l'assassina a lasciare Chiavari"
di Redazione
La donna si trasferì in Piemonte e le vennero pagati in contanti l'acquisto di una casa e dell'arredamento
Annalucia Cecere, l'ex insegnante accusata di avere ucciso Nada Cella il 6 maggio 1996 a Chiavari, sarebbe stata aiutata da qualcuno a lasciare la città poco più di un mese dopo il delitto. E' quanto ipotizza la procura di Genova che ha chiuso le indagini. Oltre alla Cecere, accusata di omicidio aggravato, sono indagati anche il commercialista Marco Soracco, da cui la vittima lavorava, e la madre Marisa Bacchioni con l'accusa di favoreggiamento e false dichiarazioni al pm. Secondo gli investigatori della squadra mobile, la Cecere venne aiutata economicamente da qualcuno per lasciare la città.
Qualcuno che le pagò l'affitto di una casa in Piemonte e l'acquisto dei mobili. La donna, infatti, a Chiavari si arrangiava facendo pulizie e veniva aiutata dalla Curia. Per gli inquirenti, dunque, potrebbe essere stato lo stesso Soracco a fornirle i soldi in contanti, oppure le suore di Chiavari, che le davano una mano essendo una ragazza madre. Gli inquirenti non hanno trovato tracce di passaggi da conti bancari e per questo ipotizzano un passaggio di soldi in contanti.
Per la procura la Cecere uccise Nada per rancore e gelosia: voleva prendere il suo posto di lavoro e nel cuore del commercialista. Quest'ultimo, secondo i magistrati, avrebbe sorpreso l'assassina nel suo studio ma decise, insieme alla madre, di non dire nulla per non attirare le attenzioni sul suo lavoro e sulla sua vita.
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