Nave della Marina salva 100 migranti in mare, il Viminale: "Sbarchino a Genova"
di Fabio Canessa
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A bordo donne e minori, Salvini rassicura Toti: "Solo terminale del corridoio umanitario"
Il Viminale ha indicato Genova come porto di sbarco per la nave della Marina Militare che ha a bordo un centinaio di immigrati recuperati al largo della Libia.
La comunicazione ufficiale dell'indicazione del Viminale per lo sbarco dovrà arrivare prima alla prefettura di Genova. Lo precisa la Capitaneria di porto del capoluogo ligure che non intende entrare, al momento, nel merito della vicenda. "Valuteremo come Capitaneria - fanno sapere - in quanto autorità marittima come agire una volta che dalla nave sarà richiesto l'accosto in porto".
Il presidente della regione Liguria, Giovanni Toti, ha sentito telefonicamente in serata il ministro dell'interno, Matteo Salvini. Il ministro ha assicurato, secondo quanto appreso da fonti vicine al governatore, che Genova sarà solo il terminale del corridoio umanitario e che i migranti non resteranno in ogni caso sul territorio. Il ministro Salvini ha detto al presidente della Liguria di essere al lavoro per evitare, ha detto, che a pagare il conto siano ancora una volta gli italiani.
"Siamo in contatto con il Viminale. Ancora però non abbiamo certezze sull'attracco della nave della Marina Militare che ha a bordo un centinaio di migrati recuperati al largo della Libia". Lo si apprende dalla Prefettura di Genova. "In ogni caso - proseguono in prefettura - se dovesse arrivare qui, gestiremo lo sbarco e la collocazione dei migranti".
"Non risulta alcuna persona deceduta a bordo". E' quanto afferma la Marina Militare in una nota al termine delle operazioni di soccorso del gommone con a bordo centinaio di migranti, sottolineando che tra loro ci sono 17 donne e 23 minori "per i quali è attualmente in atto la verifica delle condizioni di salute".
Il soccorso, dice la Marina, è avvenuto questa mattina quando nave Cigala Fulgosi ha raggiunto il gommone "in acque internazionali a circa 90 miglia a sud di Lampedusa". "L'unità della Marina - si legge nella nota - constatate le condizioni del natante con cento persone a bordo di cui solo una decina provvisti di salvagente individuale, motore spento, precarie condizioni di galleggiamento e considerate le condizioni meteorologiche in peggioramento, è intervenuta in soccorso delle persone che erano in imminente pericolo di vita".
"Non permetto a nessuno di dire che la nostra Marina Militare abbia ignorato il soccorso di persone in pericolo di vita. A nessuno, sia molto chiaro. E lo dico perché oggi qualche quotidiano e una Ong hanno alluso a questo, lasciando intendere che una nave militare italiana non sia intervenuta per salvare un barcone di migranti diretto verso le coste italiane. È del tutto falso e strumentale". Lo scrive su Facebook il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, a proposito dell'intervento della nave Cigala Fulgosi.
"Quando è arrivato l'allarme ai nostri uomini - ricostruisce il ministro Trenta - la nave italiana si trovava a 80 chilometri di distanza, praticamente 2 ore di navigazione dal barcone, localizzato invece in acque di responsabilità libica. Si è deciso di inviare dunque, immediatamente, un elicottero, perché quando c'è da salvare vite umane i nostri non si sono mai tirati indietro. Anzi. La vita umana è sacra, ma questo non può voler dire accogliere tutti indiscriminatamente. Arrivato l'elicottero, in poco meno di un'ora, i militari italiani hanno appurato che era già in atto un'operazione di soccorso da parte della guardia costiera libica ed hanno offerto tutto il supporto necessario". "Rispetto per i nostri militari e in questo caso per la Marina. Nessuno si permetta di infangare il lavoro dei nostri uomini e delle nostre donne in uniforme", conclude.
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