Nuove tariffe Usa contro le navi cinesi. La Cina minaccia contromisure e accusa Washington di atti discriminatori e non commerciali
di Carlotta Nicoletti
L’amministrazione Trump colpisce ancora la Cina: a partire da ottobre scatteranno dazi su navi costruite o controllate da Pechino

L’amministrazione Trump colpisce ancora la Cina: a partire da ottobre scatteranno dazi su navi costruite o controllate da operatori cinesi che attraccano nei porti americani. Pechino denuncia “un comportamento discriminatorio” e promette una risposta.
Primo pacchetto – Le nuove misure prevedono, da metà ottobre, un dazio di 50 dollari per tonnellata netta per ogni scalo – fino a cinque l’anno – delle navi di proprietà o gestione cinese nei porti Usa. La tariffa aumenterà ogni sei mesi fino a raggiungere i 140 dollari per tonnellata netta nell’aprile 2028.
Secondo pacchetto – Colpiti anche gli operatori di navi costruite in Cina, a eccezione di quelli statunitensi (con almeno il 75% di proprietà americana). A questi sarà applicata la tariffa più alta tra 18 dollari per tonnellata netta o 120 dollari per container scaricato, con rincari graduali fino ad arrivare, entro il 2028, a 33 dollari per tonnellata netta o 250 dollari per container. È prevista la sospensione per tre anni se l’armatore ordina navi Usa equivalenti. Esenzioni per navi chimichiere, vuote o in zavorra, sotto determinate soglie di capacità.
Car carrier e GNL – Le navi ro-ro e car carrier costruite all’estero pagheranno da ottobre 150 dollari per unità equivalente auto (Ceu), con possibilità di sospensione solo in caso di ordini a cantieri americani. Per l’export di gas naturale liquefatto, dal 2028 l’1% dovrà essere trasportato con navi battenti bandiera Usa; la quota salirà progressivamente fino al 15% nel 2047.
Reazione cinese – Il Ministero del Commercio ha condannato la mossa americana definendola “non commerciale”. “La Cina monitorerà la situazione e adotterà tutte le misure necessarie per proteggere i propri diritti”.
Contesto globale – L’annuncio arriva mentre i mercati si preparano alla ripresa dopo la pausa pasquale, in un clima reso incerto dalle tensioni commerciali e dalle attese per i dati economici. In particolare, gli analisti temono un impatto negativo sul settore manifatturiero, già in fase di rallentamento.
Prossime mosse – L’attenzione resta alta in vista delle trimestrali delle grandi aziende e degli interventi di esponenti di Fed e Bce. In calendario anche la pubblicazione di dati chiave su occupazione, fiducia e inflazione, che potrebbero influenzare ulteriori decisioni di politica monetaria.
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