Parità di genere, la nuova mozione dalla medicina alla formazione
di Giulia Cassini
Le misure del Comitato Interassociativo Carta dei Diritti della Bambina-Genova promuovono le pari opportunità sin dalla nascita
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Dopo l’ultima riunione del 9 giugno è stata approvata la mozione sulla Parità di Genere a conclusione dei lavori della apposita Commissione costituita all’interno del Comitato Interassociativo Carta Diritti Bambina-Genova. Hanno contribuito allo studio dello stato di applicazione delle norme dispositive in materia di parità di genere in particolare Adele De Leo, coordinatrice Comitato Interassociativo Carta dei Diritti della BambinaGenova, Gabriella De Filippis, Comitato Interassociativo Carta dei Diritti della Bambina-Genova, Laura Granata, vicepresidente nazionale Associazione Giuriste Italiane, Valeria Maione, vicepresidente Centro Ricerca Europea per l’Innovazione Sostenibile, Fiammetta Malagoli, presidente della Consulta Femminile di Genova, Rita Pisanu, Zonta International Club Genova due e Franca Zirtollo, Soroptimist International Club Genova.
In base ai recenti sviluppi normativi, ma anche rispetto a tutti i risvolti etici, sociali e storici che coinvolgono la bambina come donna in nuce, il Comitato Interassociativo Carta dei Diritti della Bambina-Genova, cui aderiscono ventuno organismi privati e pubblici, ha rivolto così una puntuale mozione alle Istituzioni, alle associazioni, al settore del volontariato, e a tutti gli attori che a titolo diverso entrano in contatto con il mondo dell’infanzia e dell’adolescenza, affinché vengano adottate azioni positive in merito alla prevenzione a al superamento di tutte le forme di discriminazione nei confronti della donna.
I campi d’azione messi in luce sono quelli dell’educazione e della formazione, la comunicazione, la pubblicità e i media, il contrasto alla violenza fisica e psicologica, la promozione della medicina di genere diversificata per fasce d’età a cominciare dall’infanzia, il sostegno alla disabilità e la conciliazione dei tempi (famiglia/lavoro).
In termini operativi il Comitato ha proposto l’istituzione di una cabina di regia e monitoraggio per l'analisi dei dati e strategie di orientamento, l’istituzione di corsi di aggiornamento per formatori, l’approccio metodologico di genere nelle Università applicato a tutte le discipline, l’ istituzione di Commissioni regionali per la divulgazione, l'applicazione e la sperimentazione della medicina di genere per fasce d’età, il divieto dell’uso di stereotipi in pubblicità e l’avviamento di “Pubblicità Progresso” sul tema della parità, con richiamo agli articoli della Carta dei Diritti della Bambina oltre che la realizzazione della Giornata contro gli stereotipi di genere.
Come ricorda Adele De Leo “La Carta dei Diritti della Bambina è un documento unico nel panorama della letteratura di genere a tutela dell’infanzia e dell’adolescenza femminile. La Carta, nella sua versione originaria, venne approvata nel 1997 a Reykjavik al IX Congresso B.P.W., organismo internazionale a cui è affiliata FIDAPA. Ispirata alla ConvenzioneONU sui Diritti del Fanciullo del 1989, a differenza e ad integrazione di questa che pone sullo stesso piano i due generi, questa Carta li distingue in quanto a caratteristiche e bisogni, avuto riguardo alle diverse connotazioni fisiche ed emozionali.
Non è una norma dispositiva né ha la pretesa, allo stato, di essere vincolante, ma è essenzialmente l’avvio di un cammino che si sviluppa soprattutto sul piano culturale educativo, di maturazione profonda delle coscienze, uno strumento di accelerazione del processo di uguaglianza di genere di cui ancora oggi la nostra società difetta”.
Di fatto garantisce il diritto alla parità sostanziale, così come sancito dall’art.3 della Costituzione. Supera inoltre gli stereotipi di genere che limitano la libertà di pensiero e di azione in età adulta e che sono all’origine di episodi di violenza fisica e psichica e promuove la cultura del rispetto di genere uomo-donna, ossia porre le basi per un sano, armonioso e costruttivo rapporto uomo-donna improntato al rispetto reciproco e alla valorizzazione delle diverse specificità e aspettative.
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