Peste Suina, conclusa prima ricognizione in Liguria. Piana: "Pronti 50 milioni di euro"
di Edoardo Cozza
I dati rimangono stabili: gli esemplari analizzati non hanno segni della malattia. Il vicepresidente della Regione fa il punto sui fondi di supporto
Terminata la prima due giorni di ricognizione sulle carcasse di cinghiale in Liguria, che ha visto la partecipazione di centinaia di volontari qualificati coordinati dalla task force tecnica competente secondo le linee ministeriali. Ad esempio nell’ATC Genova 1 (che ha messo a disposizione oltre 600 cacciatori), in sole 48 ore sono state organizzate ben 65 battute perlustrative a cui hanno partecipato 200 cacciatori, rinvenendo 5 carcasse di cinghiale. La rimozione e la movimentazione è effettuata da personale individuato e autorizzato dalla ASL, il coordinamento della Regione Liguria è attivo non stop.
“In generale i dati in Liguria, da una prima analisi, rimangono stabili– spiega il vice presidente Alessandro Piana – visto che i capi finora controllati, secondo le prime comunicazioni, non risulterebbero portare segni di peste suina africana. Avremo poi aggiornamenti nelle prossime ore, poiché il tempo di latenza tecnico tra recupero della carcassa e l’emissione del referto è di circa 24 ore. I veterinari stanno lavorando a pieno ritmo; la raccolta dati ovviamente prosegue in queste settimane per areali, infatti per un quadro della situazione accurato ci serve un rilievo capillare e consistente con conseguente mappatura dei dati definitivi.
Sempre di oggi l'istituzione, a seguito delle interlocuzioni effettuate fin dai primi momenti emergenziali e nell'ultima Commissione Politiche Agricole, di due fondi ad hoc per il nostro Paese nel decreto Sostegni Ter del Mipaaf per 50 milioni: il "Fondo di parte capitale per gli interventi strutturali e funzionali in materia di biosicurezza", con una dotazione di 15 milioni di euro e il "Fondo di parte corrente per il sostegno della filiera suinicola", con 35 milioni di euro. Una risposta tempestiva per il 2022 che vuole supportare con aiuti concreti gli operatori della filiera suinicola danneggiati dall'epidemia. Dobbiamo proseguire sulla linea del massimo rigore, auspicando di poter restringere sempre di più l’area critica, scongiurando ripercussioni per i prodotti made in Italy, da sempre ipercontrollati, sicuri e indice di qualità”.
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