Piana, Sansa e Toti: inchieste, politica e il presupposto del nulla
di Edoardo Cozza
Inchieste, richieste di dimissioni, post sui social e interviste: una battaglia senza esclusioni di colpi nella politica ligure
La politica ligure e la questione morale. O la politica ligure e il doppiopesismo. O la politica ligure e la gogna mediatica: una qualunque di queste formule potrebbe essere un buon titolo per descrivere gli ultimi giorni tra notizie, soffiate, richieste di dimissioni, dita puntate, reati presunti e colpe anch'esse presunte.
Andiamo con ordine: tutto nasce dall'ordinanza su un'inchiesta per presunti festini a base di droghe ed escort. Ordinanza nella quale spunta il nome del vicepresidente della Regione Liguria Alessandro Piana (non indagato). La difesa del politico leghista è accorata e dettagliata, ma il giorno dopo, in consiglio regionale, Ferruccio Sansa, consigliere d'opposizione e candidato presidente nel 2020, lo invita alle dimissioni. E come scrive su Facebook dovrebbe farlo "finché la questione non sarà chiarita (...) Non è indagato, ma, secondo i pm, frequentava un ambiente dove circolava droga, si esercitava la prostituzione, in un contesto di botte, minacce e ricatti".
Le opposizioni si spaccano, quasi tutti prendono le difese di Piana e non seguono Sansa nella richiesta di dimissioni del vicepresidente.
Poi la situazione si ribalta: il quotidiano 'La Verità' riporta la notizia di un'indagine che vede coinvolta la moglie di Ferruccio Sansa. E si ribaltano anche le posizioni in campo: c'è chi accusa Sansa di doppiopesismo invitandolo a dimettersi per coerenza, mentre lo stesso Sansa passa a una strategia difensiva.
Nelle ultime ore hanno dato fuoco alle polveri Giovanni Toti e ancora, su Facebook, lo stesso Sansa. Quest'ultimo in un post sui social ha parlato di "Metodo Sansa come il Metodo Boffo", dal nome della vicenda subita dall'ex direttore di Avvenire, finito al centro di un'inchiesta giornalistica senza troppi riscontri. Scrive Sansa: "La notizia più importante del giorno nel mondo? Che la moglie di un qualunque consigliere regionale ligure è indagata. Sì, basta guardare la prima pagina di ieri del quotidiano 'La Verità'. Che mia moglie sia indagata è più importante della guerra in Israele. Più di Zelensky. Più della politica italiana. Più di tutto.
E oggi giù con un'altra paginata. Ecco cosa succede a chi attacca Toti e il suo sistema di potere: linciaggio. A lui e alla sua famiglia (...) Due giorni fa avevo osato chiedere le dimissioni del vice di Toti, Alessandro Piana, che secondo i pm avrebbe partecipato a festini a base di cocaina e prostitute. E dopo 24 ore ecco che la Verità parte all'attacco in difesa del presidente Toti".
Non si è fatta attendere la risposta del governatore, che a margine di evento al centro per l'impiego di via Cesarea a Genova ha commentato: "Sansa che si descrive come vittima di gogna mediatica è surreale: mi fa dubitare della sua percezione della lettura dei giornali e della sua professionalità, che io ho sempre trovato deontologicamente mediocre. Sansa è stato orgoglioso interprete del principio 'Sbatti il Mostro in prima pagina', confondendo questioni di giustizia con questioni morali. Rappresenta il massimo esponente di ciò che la politica non ha bisogno, della doppia morale: Piana sbattuto in prima pagina per una cosa che non ha fatto si dovrebbe dimettere; la moglie di Sansa che acquista una casa con soldi che avrebbe dovuto o voluto dare in donazione, invece è una non-notizia. Sono certo che la moglie di Sansa farà chiarezza, che Sansa farà ancora politica nel modo sbagliato prendendo uno stipendio abbondante senza sapere come si fanno provvedimenti di legge, ma questo è un problema di chi lo ha votato, non mio".
Una battaglia senza esclusione di colpi fondata su un presupposto sbagliato: il nulla.
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