Pnrr, Toti dopo l'incontro delle Regioni con il ministro Fitto: "Nella gestione dei fondi si tenga conto della capacità di spesa"
di Edoardo Cozza
Il presidente della Liguria: "Si valuti anche la fattibilità dei progetti: se sono pronti a essere realizzati entro il 2026, non si spostino le risorse"
“Ritengo che prima di spostare risorse dal PNRR ad altri fondi europei, si debba valutare se ci sono progetti non ancora finanziati con il PNRR ma pronti a partire per essere realizzati entro il 2026, dando quindi alle Regioni quel ruolo, chiesto fin dal governo Draghi ma non ancora riconosciuto, di coordinamento territoriale che dovrebbe spettare loro. In altre parole, alla base dell’uso dei fondi europei, oltre a tener conto delle esigenze dei territori e della distribuzione geografica, deve esistere un principio di meritocrazia e capacità di spesa: se ci sono Regioni in grado di garantire la fattibilità dei loro progetti entro il 2026, si spostino su quei progetti le risorse del PNRR, prima di optare per l’uso dei Fondi per Sviluppo e Coesione, al di là dei ragionamenti su base territoriale”.
Così Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, a margine della conferenza straordinaria delle Regioni sulla programmazione dei fondi europei, tenutasi oggi a Roma alla presenza del ministro degli Affari Europei, Raffaele Fitto.
L’Intesa programmatica, presentata oggi dal ministro per gli Affari europei e PNRR alla Conferenza Stato – Regioni, definisce le modalità dell’impegno per la realizzazione, per ogni Regione, di un Piano pluriennale di interventi di rilevanza strategica, a valere su tutte le risorse europee e nazionali disponibili. Per l’assegnazione delle risorse si terrà conto anche dello stato di avanzamento dei programmi 2014-2020 e del livello di attuazione dei relativi progetti, dei nuovi progetti di investimento proposti e del loro livello di cantierabilità.
“Trovo adeguata la proposta avanzata dal ministro - prosegue il governatore ligure - che prevede cabine di regia dedicate alle singole Regioni per valutare insieme l'utilizzo della dotazione europea complessiva dei prossimi anni, come il PNRR e gli altri fondi europei come FSE e POR FESR, che possono essere co-finanziati grazie al riparto del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione, che le Regioni stanno appunto aspettando dal Governo. Andando ad agire Regione per Regione -spiega - sarà più facile rifare questa programmazione. Su questa base, la maggior parte delle Regioni si sono dette d’accordo, chiedendo che le riunioni con il Governo avvengano in tempi stretti e che il Cipes, il Comitato Interministeriale per la Politica Economica Estera che programma i fondi, possa riunirsi nelle prossime settimane per mettere a disposizione le risorse. Il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione verrà sostanzialmente utilizzato in tre modi diversi – continua il presidente della Regione Liguria -: per progetti strategici nazionali, come le grandi reti di viabilità o le ferrovie, per progetti strategici regionali perché, come dimostra il dramma vissuto in questi giorni dall’Emilia Romagna, c’è bisogno di continuare ad investire anche i piccoli lavori di dissesto idrogeologico e, in terzo luogo, per il cofinanziamento della spesa corrente dei fondi dedicati al sociale e alle imprese”.
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