Ponte Morandi, lunedì l'incidente probatorio: "Tra marzo e aprile indagini chiuse"
di Redazione
Il procuratore Cozzi: "Una corsa contro il tempo, mai mi sarei aspettato di organizzare un processo così grande nel corso di una pandemia mondiale"
"E' stata una corsa contro il tempo per rispettare la data di inizio dell'incidente probatorio, ma è stato fatto tutto per bene. Una corsa pensando sempre ai familiari delle vittime". Il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi è tra gli "artefici" della soluzione per celebrare il secondo incidente probatorio nell'inchiesta sul crollo del ponte Morandi ai tempi della pandemia da Coronavirus. E' lui che ha pensato a una tensostruttura nell'atrio del tribunale per ospitare i periti, i consulenti, i legali e gli imputati, oltre ai parenti.
Sono 71 le persone indagate, tra ex dirigenti e tecnici di Aspi e Spea, dirigenti del ministero delle Infrastrutture e del provveditorato, oltre alle due società: le accuse, a vario titolo, sono di omicidio colposo plurimo, attentato alla sicurezza dei trasporti, crollo doloso, rimozione o omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro.
"E' stato un lavoro straordinario - prosegue Cozzi - perché particolare. In tanti anni in magistratura mai mi sarei aspettato di dovere organizzare un processo così grande e importante nel corso di una pandemia mondiale. Dopo l'incidente probatorio chiuderemo le indagini: non è inverosimile che ciò avvenga tra marzo e aprile".
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