Ponte Morandi, pace fatta con Bucci: gli sfollati daranno l'ultimo addio alle case
di Fabio Canessa
1 min, 52 sec
Quarto e ultimo rientro in due fasi, si parte domenica dai palazzi sotto il viadotto
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Potrebbe iniziare domenica 5 maggio, alle otto del mattino, il quarto e ultimo rientro degli sfollati nelle case sotto Ponte Morandi. Fumata bianca dopo l’incontro in mattinata a Tursi con Marco Bucci, ma il rischio era quello di uno scontro. Il sindaco-commissario voleva dimezzare il tempo a disposizione, il comitato ha alzato le barricate con la minaccia di un boicottaggio, infine è arrivato l’accordo per suddividere le operazioni in due fasi.
“Abbiamo convenuto che ci saranno due ingressi – spiega il portavoce Franco Ravera – uno per chi abitava proprio sotto il ponte, nella cosiddetta zona nera, e una seconda tranche per i civici più lontani, che hanno meno problemi”.
Le perplessità di Bucci, riferisce Ravera, erano dovute “al fatto che il bene non è più del Comune ma del demanio, quindi ci sono regole da rispettare, ma noi siamo disponibili a rispettarle esattamente”. La necessità di stringere i tempi, invece, dipende da possibili interferenze coi lavori. “C’erano problemi col cantiere – aggiunge Ennio Guerci del comitato – per questo abbiamo proposto di scindere la zona rossa in due parti. Alla fine i quattro giorni che chiedevamo li abbiamo avuti. Diciamo che usciamo con un pareggio”.
La ‘zona nera’ è quella con gli edifici che saranno demoliti certamente insieme alle pile di levante del viadotto e comprende i civici 7 e 9 lato via Fillak e dal 6A al 16 lato Polcevera. L’ingresso sarà consentito per un totale di due giorni ancora da concordare, il primo sarebbe comunque domenica 5 maggio. Per altri condomini della ‘zona rossa’ bisognerà attendere il weekend successivo. Il calendario verrà stilato insieme al consigliere delegato Sergio Gambino.
Gli sfollati non potranno portare via mobili o elettrodomestici, che di fatto sono stati venduti insieme agli appartamenti, ma solo oggetti personali come libri, giocattoli o vestiti. Delle 200 famiglie che hanno chiesto il quarto rientro, però, una sessantina ha già comunicato che non intende portare nulla con sé, ma solo dare l’ultimo addio alla propria casa.
“Gli psicologi che ci seguono dicono che sarà un momento importantissimo – conclude Giusy Moretti –, perché quello sarà il punto di una storia dove voltare pagina e incominciare. Per questo l’opportunità deve essere data a tutti, specialmente alle ersone anziane o malate. Speriamo vada tutto bene”.
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