Porto, da Spinelli mano tesa ai camalli: "Sotto la Lanterna almeno 50 posti in più"
di Fabio Canessa
1 min, 37 sec
Enel potrebbe accelerare la dismissione, più vicino lo scontro con Ottolenghi
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"Quanti lavoratori sono in gioco? Almeno 40-50 persone. E quell'area non verrà destinata ai traghetti, sono tutti posti che verrebbero persi in Compagnia Unica". Aldo Spinelli si gioca la carta dei camalli. È una chiamata per l'assist decisivo in vista dello scontro finale, sempre più vicino, col gruppo Pir di Piero Ottolenghi. Entrambi vogliono mettere le mani sulle aree ex Enel sotto la Lanterna, e in particolare su quel pezzo di carbonile che, stando alle ultime indiscrezioni, potrebbe essere liberato anche prima del 2020.
"Noi facciamo assunzioni, a differenza degli altri. Però abbiamo una compagnia portuale che è sottoccupata - sostiene Spinelli contattato da Telenord -. Noi dobbiamo creare lavoro per la Culmv e i nostri dipendenti. E in quell'area possiamo creare come minimo 3-4mila giornate in più al mese. Ricordiamoci che la compagnia ha preso in carico anche in portuali dell'ex 'Pietro Chiesa' che operavano con le rinfuse. Quell'area oggi non è utilizzata, il porto invece deve generare occupazione".
La Culmv, da parte sua, evita per ora di schierarsi pubblicamente nella battaglia. Ma non è certo un segreto che un'attività legata ai container nel mezzo del porto commerciale troverebbe più consenso tra i camalli rispetto ai depositi chimici che Comune e Autorità portuale vogliono spostare da Multedo. E quella stima, che trova conferma nei numeri, potrebbe anche essere vista al rialzo. Fino a 70 unità, secondo fonti interne al gruppo. Che fa notare come l'indice di sfruttamento delle sue banchine sia tre volte quello dei concorrenti.
Nel frattempo Bucci e Signorini cercano di uscire dall'impasse. Superba e Carmagnani, che mirano proprio agli spazi sotto la Lanterna, vogliono avere garanzie in tempi brevi. E l'opzione zero (depositi via da Genova), per quanto non digerita dal sindaco, è invece sul tavolo. Così non è escluso, se la trattativa prendesse questa piega, che a palazzo San Giorgio si possa iniziare a ragionare di un accordo di programma per integrare alla Culmv eventuali esuberi del gruppo Ottolenghi.
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