Psa Italy, nel 2022 crescono del 3 per cento i Teus movimentati
di Edoardo Cozza
A Genova Pra' superata la quota del milione e mezzo di Teus in import ed export. L'ad Ferrari: "Contenti di aver messo a sistema i terminal genovesi"
PSA Italy chiude il 2021 con una crescita del 3% rispetto al 2021 in termini di TEUs movimentati nel 2022 nei terminal di PSA Genova Pra’, di PSA Sech del bacino storico del porto ligure e PSA Vecon a Venezia.
Nel dettaglio, PSA Genova Pra’ ha registrato un aumento del 2,8%, attestandosi nell’anno che si è appena chiuso a quota 1.526.707 TEUs in import ed export (erano 1.484.591 a fine 2021), confermandosi quindi il principale terminal container gateway italiano.
Performance positiva anche in Laguna, dove PSA Venice - Vecon ha fatto segnare un +39%, raggiungendo i 304.727 TEUs movimentati contro i 218.713 dell’anno precedente. Per quanto riguarda PSA Sech, i TEUs imbarcati e sbarcati sono stati 231.587, con una flessione già annunciata rispetto al risultato record del 2021 di 303.213 TEUs.
“Dati positivi e confortanti, in linea con l’anno precedente, soprattutto se letti alla luce della flessione della domanda e dell’andamento dei noli container che ha caratterizzato la seconda metà del 2022 – commenta Roberto Ferrari, Amministratore Delegato di PSA Italy – Abbiamo così raggiunto il nostro obiettivo di mettere a sistema i terminal Genovesi, che hanno sottolineato la leadership a livello nazionale del porto di Genova. Grande soddisfazione anche per l’andamento di Vecon, strategico per l’area produttiva del nord-est italiano. La flessione dei volumi, che ha interessato in particolare il terminal di Sech, è principalmente figlia di alcune scelte strategiche dei global carrier dovute appunto all’andamento dei noli nella seconda metà dell’anno, che ha portato in molti casi ad una razionalizzazione dei servizi per contenere i costi e adeguarsi alle nuove condizioni di mercato. I terminal si devono adeguare a questi continui picchi e flessioni, che rendono difficile la gestione delle risorse e generano extra costi: le indicazioni per il 2023 che arrivano dall’economia globale non sono certamente confortanti, ma il nostro modello di business è solido e siamo pronti a far fronte anche a periodi di maggior turbolenza, come del resto è stato anche negli ultimi due anni, con pandemia e conflitto russo-ucraino che hanno impattato in modo dirompente su tutti i settori e quindi anche sull’andamento del trasporto containerizzato e dei rispettivi terminal”.
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