Regionali, centrosinistra: Orlando c'è ma la coalizione non ancora
di Matteo Cantile
E' arrivato anche il 'Si' di Giuseppe Conte, che ha chiuso così le velleità di Luca Pirondini
Ha aspettato tanto, forse troppo, ha minacciato di ritirarsi, forzando la mano, alla fine ce l'ha fatta: Andrea Orlando è il candidato del campo largo in Liguria, sarà lui a contendere al centrodestra la presidenza della Regione.
L'accordo è arrivato ieri, in una torrida domenica di confronti e strappi: dopo l'inevitabile ok del Pd è arrivato anche il Si di Giuseppe Conte, che ha chiuso così le velleità di Luca Pirondini, che sarebbe stato un candidato più competitivo di quanto lo stesso centrosinistra abbia saputo ammettere. Alleanza Verdi e Sinistra ha posto il suo sigillo a fine mattinata, mettendo i centristi di fronte a un aut aut. L'accordo si è chiuso quando Renzi, da Roma, ha garantito la disponibilità dei suoi ad uscire dalla giunta Bucci e quando Azione, questa volta da Genova e contro il parare di Carlo Calenda, si è spinta in avanti garantendo di essere della partita.
Orlando è quindi l'uomo forte della coalizione ma questo non basta a dire che tutte le tessere siano andate al posto giusto: se da un lato appare chiaro quale sia il perimetro della colazione (campo larghissimo doveva essere e tale sarà), resta da capire quali saranno i simboli in gara. Pd, 5 Stelle, Verdi e Sinistra li diamo per assodati, Italia Viva e Azione molto meno. Dai grillini, proprio a firma Luca Pirondini, è arrivato un no secco ai renziani, specie a quelli che fanno parte della giunta genovese di centrodestra. Azione ha in Calenda un ostacolo a un accordo organico.
Peraltro i Renziani che hanno preso impegni con la Giunta Bucci, cioè Mauro Avvenente e Davide Falteri, hanno in mano dossier troppo seri per rinunciarvi a cuor leggero. Avvenente, peraltro, ha già confermato la sua fedeltà al Sindaco (aggiungendo un “al momento” di prammatica); Falteri, al contrario, resta abbottonato e non rilascia interviste ma chi lo conosce bene sa che la situazione che si è venuta a creare non gli piace e preferirebbe non essere costretto a mostrarsi incoerente.
Alla fine la soluzione più ragionevole è quella di una lista civica riformista, senza loghi di partito: una formula che potrebbe accontentare tutti, anche se il nodo Italia Viva (a destra in comune e a sinistra in regione) sembra molto difficile da districare.
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